Napoli: clochard di giorno, gigolò per uomini di notte

Creato il 26 novembre 2013 da Makinsud

Questa è una storia particolare, di quelle di cui è raro sentir parlare, oscurata dalla cultura dominante che preferisce “non sapere” quando si tratta di affrontate tematiche tanto delicate, che sfociano nella mercificazione umana e della propria stessa identità pur di “sbarcare il lunario”. È una storia di crisi, di mancanza di lavoro, di sfruttamento, di disperazione e, soprattutto, di sesso tra uomini dietro pagamento. Quello che sta accadendo nella città di Napoli ha dell’incredibile: uomini costretti a vivere per strada a causa della mancanza di lavoro, clochard emarginati dalla società che si prostituiscono con altri uomini per cercare di guadagnare qualche euro e per sopravvivere a questo periodo di crisi.

L’aspetto ancora più singolare è che i gigolò in questione non sono omosessuali, ma hanno scelto questa “strada” per fronteggiare le ingenti difficoltà economiche che li hanno ridotti in miseria. La loro giornata “tipo” trascorre regolarmente insieme ad altri clochard, ma è con il calar della sera che “qualcosa” accade.
Il luogo di ritrovo è il Centro Direzionale dove quaranta-cinquanta tra prostituti e prostitute affollano il corso Meridionale. Quasi tutti hanno un’età compresa fra i diciotto e i venticinque anni e provengono dall’Est Europa, ma non manca qualche italiano. Non vengono sfruttati da nessun camorrista,come avviene nella maggior parte dei casi, ma vendono il proprio corpo perché non hanno alternative.

In quell’arco temporale giungono i numerosi clienti che, complice la notte, non si lasciano fermare dagli imbarazzi e, dunque, si avvicinano per avviare la “contrattazione” con i gigolò-senzatetto per concordare la prestazione a pagamento. In molti casi, i  frequentatori di questi luoghi sono divenuti clienti abituali dei senzatetto, altri, invece, si presentano con una cadenza più sporadica.

Un’ inchiesta “choc” de “Il Mattino”  (il cui video è visionabile in fondo all’articolo, ndr) racconta la storia di uno di loro, un rumeno di 22 anni, arrivato qui in Italia sei anni fa, pieno di sogni e di speranze,miserabilmente infranti dalla più grave crisi economica del secolo.
Insieme ad altri connazionali, il giovane si ritrova a raccogliere ortaggi nelle campagne di Mondragone ma con i soldi che gli danno (quindici euro per dieci ore di lavoro) riesce a malapena a sopravvivere. Così si sposta a Napoli, e viene assunto da un negozio di frutta ma il proprietario decide di licenziarlo pochi mesi dopo: “Non avevo più soldi e neanche una casa. Dormivo alla Stazione Centrale e lì un mio amico mi chiese se volevo avere rapporti sessuali con degli uomini in cambio di cinque euro, dieci se lo facevo senza preservativo. Dovetti accettare! anche se la prima volta mi fece schifo, ma non avevo scelta”.

A prescindere dalla frequenza degli incontri, però, è indiscutibile inquadrare questa storia in un’ottica di “doppia emarginazione” vissuta sia dai clochard–gigolò sia dai loro clienti, che connota un incontro fra “ultimi” della società, per diverse ragioni. Da un lato, i primi costretti a prostituirsi perché abbandonati da uno Stato troppo indifferente alle necessità di chi non possiede alcunché e, in barba a quanto accade già negli altri Stati europei, tarda ad affrontare la questione “reddito minimo di cittadinanza”; dall’altro lato, i secondi costretti ad attendere il buio della notte per poter rivelare propria identità sessuale, troppo “diversa” e scomoda in questa società tanto chiusa.

A cura di Edoardo Russo e Claudio Marrocco

In basso il link del video documentario girato tra le vie della città e realizzato da Vincenzo Ammaliato, giornalista de “Il Mattino” di Napoli nei luoghi di incontro tra i clochard-gigolò ed i loro clienti.

http://video.ilmattino.it/primopiano/prostituti_viaggio_nella_napoli_degli_uomini_in_cerca_di_uomini-18221.shtm


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