Napoli, il naturalismo e la magia: Bruno, Telesio e Campanella

Creato il 07 febbraio 2015 da Vesuviolive

La nostra breve esposizione sulla filosofia a Napoli continua con il periodo rinascimentale che ha visto emergere le figure di tre grandi filosofi naturalisti: Bruno, Telesio e Campanella. Agli inizi del ‘500 Napoli è stata conquistata da Consalvo de Cordova, primo vicerè, alle dipendenze di Ferdinando il Cattolico di Spagna. La città si appresta a diventare una delle più popolose dell’impero spagnolo, e ad entrare in un periodo di grandi trasformazioni. A Don Pedro di Toledo, vicerè dal 1532 al 1553, si devono grandi cambiamenti dal punto di vista urbanistico: ampliamento del porto, fortificazione della città, riassetto del sistema idrico e fognario. In questo stesso periodo la città diviene oggetto di una vera e propria sacralizzazione: manifesta una forte densità di conventi; nascono nuovi ordini religiosi che si insediano in città cambiandone la fisionomia. E’ in questo clima che, nel 1548 (a Nola), nasce Giordano Bruno, uno dei filosofi più controversi del Rinascimento, passato alla storia come un martire del libero pensiero. Il ragazzo, poi destinato a peregrinare per tutta Europa per sfuggire alle accuse di eresia pendenti sul suo capo, appena diciassettenne entra nel convento di San Domenico Maggiore di Napoli, come narrato da lui stesso durante il processo che lo porterà al rogo. Qui si formerà; qui diventerà frate; qui avrà la possibilità di arricchire il suo pensiero e di divenire sempre più insofferente a quella vita monastica avvertita come angusta. Nella biblioteca di San Domenico Maggiore avrà accesso alle opere di Cusano, Aristotele, San Tommaso d’Aquino (che come lui aveva abitato in quel convento), Copernico.  Elaborerà una personale concezione filosofica basata sull’idea dell’infinità del mondo e sull’utilizzo della magia per penetrare i segreti della natura. Per Bruno la natura è viva, animata, Mente nelle cose e, in quanto tale, assolutamente conoscibile.  Il filosofo del libero pensiero, insofferente nei confronti dell’autorità religiosa, sarà arso vivo a Campo dei Fiori nel 1600, non avendo voluto ritrattare le proprie teorie.


Anche Tommaso Campanella, originario di Stilo in Calabria, si forma a Napoli, completando qui i suoi studi teologici. Nel periodo napoletano approfondirà gli studi di magia ed occultismo, allievo di Della Porta. Nell’arco di tempo in cui soggiorna in città, appronta la bozza del materiale che poi entrerà a far parte del De Politica. Napoli sarà, purtroppo, anche la sede della sua prigionia: sarà infatti rinchiuso nel Maschio Angioino, durante il processo, accusato di aver ordito una congiura contro il governo spagnolo. Tommaso Campanella, uno dei massimi filosofi del pensiero politico dell’età moderna, si finge pazzo per sfuggire alla condanna: rimarrà in carcere per ben 27 anni. E proprio a Napoli, tra atroci torture e indicibili sofferenze fisiche e morali, scrive una parte de La Citta del Sole e quasi tutte le sue opere filosofiche. Anche Campanella vede nella magia uno strumento di conoscenza; un modo per penetrare “l’universale animazione delle cose”. Il suo è un progetto di rinnovamento poltico e religioso dell’umanità intera. Ispiratore di Campanella è Bernardino Telesio, altro grande esponente del naturalismo rinascimentale.

Il filosofo, nato a Cosenza nel 1509, avrà con la città partenopea un rapporto del tutto speciale.  Il trasferimento del filosofo cosentino a Napoli viene fatto risalire, con tutta probabilità al 1531, al seguito dello zio Antonio Telesio, figura fondamentale nella formazione di Bernardino. In questo periodo frequenteranno la villa di Leucopetra, presso Portici, ristrutturata da Martirano, punto di riferimento degli intellettuali napoletani del primo Cinquecento. Bernardino soggiornerà a fasi alterne tra Napoli e Cosenza nel corso della sua esistenza fatta di viaggi in tutta Italia. Grazie a Giuseppe Cacchi, pubblicherà a Napoli, la seconda versione del De rerum natura iuxta propria principia nel 1570 e stringerà forti legami con la casata di Ferrante Carafa.

Bibliografia

Abbagnano Nicola, Fornero Giovanni, Filosofi e filosofie nella storia, vol II, Paravia, 1996.

Di Mauro, Vitolo: Breve storia di Napoli, Pacini Editore, 2006.

Filosofia, Garzanti, 2014.


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