L'accusa è di omicidio preterintenzionale.
I quattro indagati sono stati arrestati in base ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Napoli su richiesta dei pm della Procura. Sul gravissimo episodio hanno fatto chiarezza gli agenti della Polmare che non hanno mai creduto alle dichiarazioni rese all'inizio dell'indagine dai quattro addetti alla vigilanza del terminal che riferirono che il giovane Federico, un bravo ragazzo di Capri, fosse morto a causa di un malore.
Invece, grazie ad una testimonianza ed ai filmati estrapolati dall'impianto di videosorveglianza, è emerso che Federico, stava correndo verso il traghetto che poi lo avrebbe ricondotto a casa. I quattro addetti alla vigilanza lo rincorsero, non si sa bene per quale motivo, e una volta raggiunto lo massacrarono con pugni e calci. Probabilmente lo sventurato ragazzo si era trovato casualmente all'interno del terminal sul quale vigilavano i quattro indagati. Forse quando si rese conto di trovarsi nel posto sbagliato si mise a correre per raggiungere il porticciolo turistico dove imbarcarsi alla volta di Capri. I quattro indagati, tutti napoletani, lo inseguirono per alcune centinaia di metri, come è emerso dalla dichiarazione di un testimone e dei filmati degli impianti di videosorveglianza.
Una volta bloccato, Federico fu picchiato senza che gli fosse richiesta spiegazione sulla sua presenza all'interno del terminal. La morte fu quasi istantanea per il ragazzo di Capri. Gli investigatori della Polmare con in testa il dirigente Cambria hanno indagato per mesi per fare luce sulla vicenda che, sembrava destinata ad essere archiviata come una morte naturale giunta al seguito di improvviso malore. Tenacemente i poliziotti della Frontiera marittima hanno «inseguito» la verità per 11 mesi.
Chiusa l'indagine sono scattate le manette ai polsi dei quattro addetti alla vigilanza presunti autori dell'orribile vicenda. I quattro sono stati arrestati all'alba di oggi dagli agenti della Polmare.