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Napoli, l’interpretazione del semaforo rosso? Una spia sociale

Creato il 02 ottobre 2012 da Webmonster @mariomonfrecola

«Ma sei pazzo, perché hai frenato?» esclama lo spericolato motociclista che – per un pelo – non mi tampona. Eppure non ho commesso nessuna manovra azzardata, mi sono solo fermato al semaforo con il giallo, l’istante che precede il rosso, due secondi dopo il verde.

Sono sul corso Vittorio Emanuele, una strada perennemente intasata con negozi, scuole ed uffici sempre affollati e gli autobus che si divincolano tra due strette corsie da percorrere a velocità ridotta. Lo stress del traffico è mitigato da un panorama mozzafiato: il mare, le isole, Posillipo … incantevole. Ogni volta che attraverso questa arteria penso: «chi abita quì dovrebbe pagare il doppio dell’IMU!»

Il segreto è passare prima dell’apertura delle scuole nei giorni in cui non piove; se una delle due condizioni viene meno, meglio trovarsi un’alternativa.

Oggi sono le 7,15 del mattino, il cielo è terso e – come volevasi dimostrare – corso Vittorio Emanuele risulta libero. Tutto liscio fino allo scampato pericolo, il motociclista inviperito mi guarda minaccioso, alza il braccio in segno di sfida, mi manda a quel paese e infine scatta veloce nemmeno fosse Valentino Rossi. Appunto, il semaforo è, nel mentre, diventato rosso: un dettaglio incurante per il folle centauro.

 

Napoli, l'interpretazione del semaforo rosso? Una spia sociale

 

Guidare a Napoli richiede la conoscenza di alcune semplici regole (non scritte), soprattutto agli incroci. Per esperienza diretta posso affermare che alcuni semafori vengono “interpretati”, cioè non sempre si rispetta il rosso. In alcuni casi, lo stop viene considerato “un consiglio” piuttosto che un comando. Questo assunto tutela il napoletano dai facili incidenti: infatti, anche con il verde, l’automobilista partenopeo è diffidente. Prima di attraversare adagio il crocevia, indipendentemente dalla presenza del vigile o dal colore del semaforo, controlla sempre se giunge qualche sconsiderato dalle altre corsie.

Questo modus operandi metropolitano è il segnale palese di un forte disagio sociale: si è certi, infatti, della violazione di una semplice regola, la caducità del rosso è la spia del non rispetto del vivere civile, nessun rappresentante dello Stato a multare l’infrazione, le telecamere assenti ed i controlli inesistenti completano il quadro della maleducazione cittadina.

E così si sviluppa la naturale difesa immunitaria presente in ogni napoletano per bene, utile a combattere il virus che flagella quotidianamente la nostra città: l’ignoranza galoppante.

Tutti a chiedersi: come fermare questo «mostro» atavico?
Eppure la risposta è evidente: iniziamo a rispettare il rosso al semaforo.

 

MMo



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