I proprietari devono,inoltre, iscrivere il cane all’anagrafe canina regionale, sottoporlo al prelievo ematico per la leishmania (una malattia che colpisce anche gli uomini) e munirsi di un dispositivo per la rimozione delle feci. I trasgressori della norma saranno puniti con sanzioni che variano da un minimo di 25,82 euro ad un massimo di 154,94 euro. Con questo provvedimento sarà costruita una vera e propria banca dati del Dna canino e, grazie alla comparazione tra il Dna estratto dagli escrementi trovati in strada e quelli archiviati nella banca, sarà possibile risalire al proprietario che non ha raccolto le feci.
Le prime zone ad attuare l’ordinanza saranno i quartieri del Vomero e dell’ Arenella.L’esame del Dna potrà essere effettuato, gratuitamente, presso l’ospedale veterinario dell’Asl Napoli 1 Centro, sito in via Rocco di Torre Padula.
“Questo progetto” afferma la direttrice del Dipartimento Prevenzione della Asl Napoli 1, Giuseppina Amispergh “non è solo un avvertimento per i padroni dei cani ma è sopratutto un atto per sensibilizzare al vivere civile e a proteggere la salute pubblica”.
Tante sono,infatti, le malattie che possono trasmettere ad adulti e bambini attraverso i parassiti contenuti negli escrementi.
“I proprietari dovranno, da ora in poi, essere più responsabili sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista etico” è il monito di Stella Cervasio, garante dei diritti degli animali “Lasciare le deiezioni dei nostri amici a quattro zampe per strada rischia di rendere odiosa tutta la specie alla cittadinanza”.
I controlli del Dna saranno effettuati dalla polizia municipale e dai servizi veterinari della Asl Napoli 1.
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