Per chi pensa che siamo ritornati sull’orlo di una nuova emergenza rifiuti, lo rassicuriamo, non ne siamo mai usciti.
Attualmente, il comune di Napoli vive un dissesto finanziario e sembrerebbe addirittura in discussione la possibilità di ungere a denaro i siti di smaltimento affinché continuino ad ospitare e nascondere sotto il tappeto (come si è fatto da 30 anni a questa parte) l’enorme quantità di rifiuti quotidiani della città. Come è stato fatto da 30 anni a questa parte, si continua a fare.
La Sapna esige al momento svariati crediti nei confronti del Comune di Napoli, il quale non paga e al quale per tal ragione non viene servito nello smaltimento rifiuti. Giugno e luglio hanno visto 2600 tonnellate di rifiuti non smaltiti e attualmente al macero all’interno di container e nel sito di trasferenza dell’Icm. Il vice sindaco Sodano, per intenderci, ci fa sapere che non è glassa di aceto balsamico quella che già stata prodotta da i rifiuti in stoccaggio, ma sembrerebbe che ieri in prefettura Palazzo San Giacomo e Sapna siano venuti a un accordo temporaneo.
Ci vorranno comunque giorni per rimuovere i rifiuti già in stoccaggio e quelli attualmente sulle strade della periferia e del centro storico, i quali non sono stati ancora quantificati (ma non sono pochi).
Lo spettro della vergogna d’Europa non ci abbandona. Ricordiamo che, attualmente, manca un integrato ciclo rifiuti regionale. Mancano siti per il riciclaggio, l’inceneritore di Acerra stenta a partire in quanto non è tecnicamente in grado di poter funzionare efficientemente, la popolazione napoletana è refrattaria alla corretta separazione dei rifiuti urbani; ma queste sono irrilevanze, ciò che manca è la volontà forte delle istituzioni politiche, le quali dovrebbero assumersi la responsabilità di mettere fine all’economia criminale, illegale e legale, che si regge sullo stato di emergenza permanente. Il celebre programma di giornalismo di approfondimento della Rai, Report, lo disse ben chiaramente: gli interessi economici in ballo, sia dei piccoli sia dei grandi, sono enormi.
Come fu per il contrabbando di sigarette sarà anche per i rifiuti?
Nel frattempo continuiamo a nascondere la crisi …