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Napoli, pazienti infetti all’ospedale San Paolo: bloccati i ricoveri

Creato il 27 gennaio 2016 da Vesuviolive

ospedale san paolo

Nelle ultime ore l’ospedale San Paolo di Fuorigrotta è al centro dell’attenzione. Dopo la nota di Vincenzo Pucci, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione, in cui si comunicava “l’indisponibilità dei posti letto”, spuntano altri presunti motivi che avrebbero portato alla chiusura del reparto di rianimazione del presidio. Si parla di cariche batteriche e di alcuni pazienti infetti: uno dal virus dell’influenza suina H1N1, e altri due dalla carica batterica della Klebsiella.

Come pubblicato da IlMattino.it, i problemi per l’ospedale sembrerebbero essere molteplici: “Le mascherine con filtraggio specifico da adottare in questi casi per il personale sanitario non erano in numero sufficiente e sono state recuperate da altri reparti- dichiara Carmine Ferruzzi della rete sindacale Cisl, Uil, Nursing Up e Usb – mancavano i kit di tubi a circuito chiuso che devono essere necessariamente adottati e che ci siamo fatti prestare dall’ospedale Cotugno, senza contare che in questi giorni si è lavorato anche a 3 unità infermieristiche e che manca da novembre il rappresentante aziendale per la sicurezza dei lavoratori”.

A rispondere alle dichiarazioni di Ferruzzi è stato Antonio De Martino, vice direttore dell’ospedale San Paolo: “Non c’è motivo di fare allarmismo, la decisione di non ammettere altri ricoverati è semplicemente un’azione preventiva per la tutela degli ammalati e del personale ed in generale delle condizioni di sicurezza del reparto, stiamo effettuando tamponi per monitorare le infezioni e va precisato che i due pazienti sono contaminati e non infettati dai batteri, che potrebbero anche non conclamarsi”.

Nonostante questo sono innegabili le carenze dei più comuni dispositivi ospedalieri“Mancano padelle monouso – commenta Massimo Rotondo, anche lui della rete dei suddetti sindacati – vaschette per lavare gli ammalati ed il lavapadelle è guasto, tutte disfunzioni che sfiorano il paradosso dal momento che si tratta di uno dei reparti dove si trovano gli ammalati più critici”.


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