Napoli: piste ciclabili? Solo una “messinscena”

Creato il 26 dicembre 2014 da Vesuviolive

Ai sensi del Codice della Strada, secondo il testo del Decreto Ministeriale del 30 novembre 1999, num. 557, si sancisce il regolamento vero e proprio, atto al costruire e organizzare una pista ciclabile urbana, le cui regole sono molto rigide e severe. Ma a Napoli tutto ciò si è rispettato? Come sono dislocate le piste ciclabili per tutto il tessuto urbano? Le persone rispettano i ciclisti? Le auto, i motorini e i parcheggi selvaggi riconoscono e rispettano le segnaletiche delle piste ciclabili napoletane? Come sono state costruite pertanto queste “povere” piste ciclabili, secondo quale logica?

Chiunque può rispondere a questi quesiti semplicemente facendosi un giro per il centro e prestando attenzione a come vengono “maltrattate” le piste ciclabili a Napoli. Folle di pedoni che ci camminano sopra a via Roma e a via Chiaia, non rispettando affatto la segnaletica stradale e i ciclisti stessi, visti nella bella e caotica Partenope perlopiù quasi come un miraggio. Sì, perché purtroppo, stando alle dichiarazioni dei cittadini, Napoli non dovrebbe neppure essere una città da vedere in bicicletta. Visitare Napoli in bike è davvero una missione impossibile: la geo-conformazione del territorio, piena di salite e discese, permetterebbe in effetti un giro in bici solo da Pantani in persona, o perlomeno da un ciclista professionista. Inoltre le piste ciclabili si trovano soltanto in alcuni punti della città, per poi scomparire come per magia, in un mistero. I ciclisti si chiedono: dove continuare a pedalare incolumi? E sopratutto: perché uscire in bicicletta se gli automobilisti non sono effettivamente “educati” a rispettare i ciclisti?

Parcheggio selvaggio in via Cervantes

Il traffico travolge le bici e le piste ciclabili con tanto di striscia gialla e icona bianca, vengono scambiate per veri e propri parcheggi, dove scooter e automobili selvaggiamente fermano e posteggiano in tutta tranquillità. VesuvioLive ha raccolto alcune dichiarazioni di napoletani che, mossi dal malcontento, hanno affermato: «Per quale motivo creare piste ciclabili che non servono a nulla o peggio, che non vengono tutelate e rispettate? Perché sono state organizzate senza condizione di causa? Perché non ci sono vigili urbani o del personale preposto che possa controllare il giusto funzionamento delle piste e impedire il parcheggio selvaggio? E sopratutto: che figura ci facciamo con i turisti?»

Piste ciclabili a Fuorigrotta

Napoli potrebbe essere la prima città al mondo, la meta preferita per il turismo internazionale, ma se le Istituzioni non cooperano, se la mentalità napoletana non comincia a cambiare, non comincia a riflettere, come potremmo mai pretendere di equipararci alle grandi città europee? Ai posteri l’ardua risposta.


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