Se l’indagine dura da anni, questa è la svolta che a dire il vero, lascia perplessi più sul “come” che sul fatto in se. Che lo sport preferito dalla camorra (nel caso specifico i clan D’Alessandro -potente organizzazione criminale di Castellammare di Stabia nel Napoletano- e Di Martino) fosse “la scommessa” per ripulire il denaro proveniente da traffico di droga, usura o racket delle estorsioni era, infatti, cosa risaputa.
Il problema, adesso, è capire meglio come questo canale riusciva a lavare le banconote sporche, condizionare , pare, il comportamento delle tifoserie e, in certi casi, sembrerebbe anche il risultato delle stesse partite.
Centocinquanta le partite di campionati minori e di serie A che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sta vagliando e, poiché vi sono in corso rogatorie internazionali con Paesi stranieri è il caso di aggiungere che al caso, non sono stati lasciati nemmeno i mondiali. Per questi ultimi, gli accertamenti si sono estesi anche all’estero, in particolare in Spagna, Germania e Sudamerica.
Fanta-calcio? No. Ad essere passate al setaccio le scommesse, in particolare quelle on line, che, l’Agenzia dei Monopoli, dopo averne ricevuto l’elenco completo, ha definito “anomale”. Già puntate troppo alte e secche su tutti i campi: tennis, ciclismo, calcio, boxe. Insomma darsi alla sola ippica per “ripulirsi” con lo sport sembrava davvero troppo poco.
Marina Angelo