Da Scampia al Teatro Bellini una piecé dedicata a El Pibe de Oro e alla guerra dell’eroina degli anni ’80
Vodisca Teatro e Libera Scena Ensemble
In collaborazione con Lena Insurance Broker
presentano
al Teatro Piccolo Bellini dal 20 al 23 marzo e dal 27 al 30 marzo
DIEGO – Non sarò mai un uomo comune
Progetto e regia di Aniello Mallardo
Con Maddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino
Scene |Sissi Farinacostumi |Anna Verdedisegno | luci Delio Fuscografica e audio |Salvatore Fiorefoto |Tiziana Mastropasquaorganizzazione | Rosario Esposito La Rossapromozione |Diletta Capissi
CONFERENZA STAMPA
Martedì 18 marzo alle ore 12 verrà presentato ufficialmente DIEGO – Non sarò mai un uomo comune, lo spettacolo evento del Teatro Piccolo Bellini di Napoli. Aniello Mallardo, che cura la regia e la drammaturgia, con Maddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino ne discuterà con la giornalista Diletta Capissi. Sarà presente anche Lello Serao, Direttore artistico di Libera Scena Ensemble, e Pietro Lena, di Lena Insurance Broker.
SINOSSI
A 30 anni dall’arrivo a Napoli di Diego Armando Maradona, va in scena
al Teatro Piccolo Bellini lo spettacolo DIEGO – Non sarò mai un uomo comune, della compagnia Vodisca Teatro.
La Napoli degli anni ’80, gli scudetti de El Pibe de Oro, la storia d’amore tra due tifosi di un Napoli stellare.Attraverso le gesta del più grande calciatore di tutti i tempi si racconta l’epopea di una città allo sbando.La guerra dell’eroina, il totonero, la chiusura dell’Italsider, la disoccupazione, l’inquinamento della Campania Felix, le gioie di un popolo in cerca di riscatto, il mito di Maradona, del suo piede sinistro. La compagnia di Scampia racconta una Napoli inedita, assuefatta, narcotizzata dal calcio. Coppe e scudetti che hanno fatto dimenticare 33 mila morti di eroina.
SPECIAL GUEST
Uno spettacolo-evento, con la partecipazione di tante special guest. Ogni sera in platea, per otto repliche, uno dei calciatori di quel Napoli che non aveva rivali in Europa!
PRODOTTO DAL BASSO
Lo spettacolo è stato prodotto dal basso, attraverso un processo di crowdfunding che ha visto la partecipazione di oltre 250 persone, che preventivamente hanno acquistato a mesi di distanza dal debutto, il biglietto dello spettacolo per sostenere il lavoro di una giovane compagnia di periferia.
FATTORIA DIDATTICA PER DISABILI
L’intero ricavato dello spettacolo sarò utilizzato per la realizzazione di una Fattoria Didattica per bambini disabili a Chiaiano, sita in via Comunale Margherita, sui terreni della municipalizzata ABC. Prevista l’inaugurazione per il 21 aprile.
dal 20 al 23 marzo e dal 27 al 30 marzo
Teatro Piccolo Bellini di Napoli
via Conte di Ruvo 14
per info e prenotazioni botteghino@teatrobellini.it
Vo.di.Sca – associazione di promozione culturale
via Andrea Pazienza, 25 – Napoli
email – vodisca@gmail.com
http://vodiscateatro.jimdo.com
Note di regia
5 luglio 1984: settantamila “napoletani” accorrono allo stadio San Paolo di Napoli, per assistere alla presentazione di Diego Armando Maradona, mentre, contemporaneamente, duemila operai dell’Italsider vengono messi in cassa integrazione. Siamo nel cuore degli anni ’80. Napoli è una città “terremotata” che cerca di mettersi alle spalle il terribile sisma che l’ha devastata. Sono anni difficili, anni della più violenta camorra e della più corrotta politica. Il tasso di disoccupazione è elevatissimo, l’eroina si diffonde tra i giovani mietendo molte vittime, il governo vara una delibera per sancire che Napoli è una città ad alto rischio ambientale, molti quartieri sono invasi dai rifiuti ed il mare è sempre più inquinato, il totonero appare come l’unica ancora di salvezza. In questo panorama apocalittico giunge dalla lontana Argentina un giovane ragazzo, dal sinistro magico, un ragazzo che, come molti napoletani, proviene dal basso, che ha conosciuto la miseria e la fame ma che, coltivando la sua passione con ostinazione e determinazione, lentamente, un calcio dopo l’altro, riesce a modificare il corso della sua esistenza. L’arrivo di un argentino/ napoletano, dunque, stravolge il destino di un’intera città. Maradona rappresenta la valvola di sfogo delle frustrazioni e delle tensioni del vivere quotidiano, esprime la ribellione al tic tac degli orologi, ai diktat della storia e all’ordinarietà dei giorni, colma quel vuoto originatosi col crollo delle ideologie, supplendo una politica ormai irrimediabilmente compromessa da troppi scandali, da una corruzione eretta a sistema e da connivenze varie. È la possibilità di riscatto, è il sogno di una vita migliore. Sembra una bellissima favola, la storia di un eroe che con il suo estro e con il suo talento riesce a risollevare le sorti di un intero popolo, attraverso il gioco più amato e più seguito nel mondo ma ogni vicenda presenta anche degli aspetti negativi. Purtroppo l’universo calcistico è sempre stato anche e, forse soprattutto, uno strumento di controllo da parte del potere politico. Dall’epoca dei totalitarismi, in cui si affermò la “politicizzazione” del calcio fino ai giorni nostri, in cui assistiamo alla “calcistizzazione” della politica e della vita, il potere ha compreso che questo sport, molto popolare, può essere un forte mezzo di assuefazione delle masse e si è servito degli atleti più carismatici per addormentare le coscienze. In tal modo, Maradona, a sua insaputa, è stato strumento di un sistema corrotto e deficitario che lo ha manipolato per ottundere le facoltà critiche, per anestetizzare il dissenso e per distogliere l’opinione pubblica dalle problematiche veramente meritevoli di attenzione. La messinscena intende appunto evidenziare l’impatto di questo grande calciatore sulla vita di Napoli e dei napoletani degli anni’80, raccontando la parabola discendente di due giovani ragazzi, Lello e Tonia, attraverso un linguaggio semplice e a tratti grottesco, per sottolineare l’inconsapevolezza e l’ingenuità dei protagonisti che, all’interno di una società “ipercalcistizzata”, provano a ritagliarsi un proprio piccolo angolino ma che risulteranno inevitabilmente schiacciati. Insomma una storia passata, sono trascorsi circa trent’anni, ma che forse ha molte attinenze con il nostro presente e che ha ancora molto da insegnarci.