Napolitano auspica un ‘governo di larghe intese’: frondisti metteteci la faccia e sfiduciate Berlusconi!

Creato il 01 novembre 2011 da Candidonews @Candidonews

Crisi. Nel pomeriggio di oggi e nella giornata di ieri mi esprimevo in questo senso:

Come uscirne? Un governo di unità nazionale (con dentro tutti i partiti in parlamento) o elezioni anticipate con un ampio schieramento politico in grado di avere una solida maggioranza parlamentare.

Di un’ora fa il comunicato di Napolitano:

Nell’attuale, così critico momento il paese può contare su un ampio arco di forze sociali e politiche consapevoli della necessità di una nuova prospettiva di larga condivisione delle scelte che l’Europa, l’opinione internazionale e gli operatori economici e finanziari si attendono con urgenza dall’Italia. Il Capo dello Stato ritiene suo dovere verificare le condizioni per il concretizzarsi di tale prospettiva.

Il Post ‘traduce’ il messaggio del Presidente:

Traducendo dal presidenzialese, il Capo dello Stato dice che Berlusconi si è detto intenzionato a governare la crisi ma che esiste “un ampio arco di forze sociali e politiche consapevoli della necessità di una nuova prospettiva di larga condivisione delle scelte”. E Napolitano dice che “ritiene suo dovere verificare le condizioni per il concretizzarsi di tale prospettiva”.

Auspicare la nascita di un Governo di larghe intese. Piu di questo Napolitano non puo fare. Qualora chiedesse pubblicamente le dimissioni di Berlusconi otterebbe solo un crollo drammatico della borsa. Il Premier non si dimetterà MAI. Devono essere alcuni dei suoi a sfiduciarlo.

Confindustria, banche, Chiesa, sindacati, Europa, TUTTI chiedono un passo indietro del Cavaliere ma lui se ne frega altamente, intenzionato a difendere i suoi interessi economici e personali (vedi processi) e ben sicuro del patto di ferro con Bossi.

A questo punto gli unici in grado di fare il miracolo sono i frondisti del Pdl ed i dissidenti della Lega. Niente lettere anonime, metteteci la faccia! Abbiate il coraggio di salvare il nostro Paese dal fallimento.