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Napolitano “vota” Monti. Il suo discorso di fine d’anno? Uno spot elettorale per il loden

Creato il 01 gennaio 2013 da Iljester

napolitano-2012Sinceramente non avevo intenzione di seguire il discorso di fine d’anno del Presidente della Repubblica. Un po’ perché è il trionfo dell’ovvietà politica, e un po’ perché Napolitano ci ha abituati a una realtà dura da digerire: la volontà del popolo conta poco o nulla. Conta più lo spread e quello che i tedeschi e l’UE pensano di noi. Perché dunque dovrei ascoltare qualcuno che non presta minimamente attenzione alla voce degli italiani?

Poi però sono capitato a fare il cenone dove invece avevano intenzione di ascoltarlo e allora mi è toccato. Finché ho potuto ho evitato di sentire la sua voce, poi però la pancia chiamava e la TV era a un metro dal sottoscritto. Mi è toccato, e quel poco che ho sentito mi ha lasciato di stucco. Mi h fatto sprofondare nella vergogna di essere un cittadino di questo paese. Niente di quello che il Presidente ha detto ieri sera è stato parte di me, del mio sentimento italiano, del mio essere italiano e della mia quotidianità, che Napolitano, dall’alto della sua poltrona quirinalizia, non conosce affatto.

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Napolitano “vota” Monti. Il suo discorso di fine d’anno? Uno spot elettorale per il loden

Ero a casa di bravissime persone che non sono di destra. Ciononostante, pure loro sono rimaste non poco perplesse dal discorso di Napolitano. Da quel suo endorsement montiano, dal megaspot elettorale che il Presidente ha fatto in favore di una parte politica ben definita, ben determinata e ben qualificata, nata peraltro su politiche che hanno piegato gli italiani, che li hanno resi più poveri e sfiduciati, che li hanno spogliati di quel poco che avevano. E sentirlo elogiare Monti, mi ha fatto venire una nausea che è indescrivibile a parole, perché un Capo dello Stato, soprattutto quando si rivolge a tutti gli italiani, non dovrebbe per Costituzione e per opportunità parteggiare per nessuno.

Eppure l’ha fatto e non si è limitato a questo. Ha lanciato persino un’opa sul futuro programma di chi vincerà le elezioni politiche, delineando le strategie del prossimo governo. Roba da presidenziali in una Repubblica Parlamentare. Eccolo dunque, Napolitano, che tratteggia il programma politico del futuro esecutivo a trazione montiana e forse persino bersaniana: dalla prosecuzione delle politiche del sacrificio e del rigore europeista, magari con il pepe di una bella patrimoniale (che mai non guasta), fino alla cittadinanza facile per gli immigrati, perché come egli “saggiamente” caldeggia, il “Paese [sia] aperto e inclusivo. Solidale con i soggetti più deboli, e … sappia accogliere immigrati e profughi.” E gli italiani? No, per loro solo i sacrifici.

Un discorso che pretende di porre una pesante ipoteca sulle future scelte elettorali degli italiani, nonostante il Capo dello Stato premetta contraddittoriamente che il suo discorso vuole essere neutrale. Ma neutrale dove? Napolitano, incensando la “salita” in campo di Monti (già questo ha ben poco di neutrale), attacca – seppure sottilmente – sia Berlusconi che Grillo. Al primo sferra una stilettata in punta di fioretto, argomentando sullo spread, quasi fosse questo maledetto indice un dio a cui bisogna dare un tributo di sacrificio per calmare la sua ira. Al secondo invece dà una sferzata sul fronte dell’antipolitica, ritenendo che il rifiuto o il disprezzo della politica non porta da nessuna parte. Il che non è vero. Il suo discorso da Presidente “super partes” ha dimostrato che forse sulla questione Grillo non ha poi così tutti i torti.

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Tirando le somme, un pessimo discorso di commiato. Credo che nessun italiano rimpiangerà Napolitano e il suo settennato. Un settennato presidenziale se non il peggiore in assoluto, sicuramente fra i peggiori, simboleggiando lo stesso il passaggio traumatico da una Repubblica fondata sulla volontà del popolo, a una Repubblica fondata sullo spread. Quello che posso augurarmi – seppure abbia qualche dubbio in proposito – è che il prossimo Capo dello Stato, non solo sia un uomo realmente super partes, ma pure un uomo a cui stia veramente a cuore gli italiani e l’Italia in quanto nazione e non in quanto membro UE o flipper per gli speculatori di BOT e BTP.


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