Nappi VS Fusaro

Creato il 29 ottobre 2014 da Alby87

Voglio prendere le mosse dal dibattito fra la filosofa Valentina Nappi e il pornoattore Diego Fusaro… aspè, forse era il contrario? Boh, non ricordo. Comunque dico brevemente la mia.

Tanto per cominciare ho una naturale simpatia per la Nappi, perché non è un intellettuale di mestiere, ma è un intellettuale per vocazione. E’ una persona che sa pensare, e a noi non servono intellettuali di professione, a noi servono membri produttivi della società che poi, in separata sede, siano anche in grado di pensare e di fare filosofia. Proprio il fatto che quello non sia il suo mestiere permette alla Nappi di assumere punti di vista assolutamente controcorrente e che, checché ne dicano certi snob dell’intellighenzia italiana, sono anche assolutamente sensati.

Entrando nel merito di quello che effettivamente ella dice, io adoro la Nappi perché il suo è un punto di vista libertario. In Italia. E malgrado in Italia tutti si lamentino da sempre del superliberismo, l’Italia è sempre stato un paese con un economia d’ispirazione corporativista è una società di stampo reazionario. Nel mondo intellettuale le cose cambiano poco: il marxismo, generalmente in una declinazione cattocomunista, spadroneggia; ma non c’è una forte corrente libertaria, ovvero liberale sia in economia che nei costumi.

Abbiamo un bisogno disperato di figure intellettuali che rappresentino un punto di vista diverso e a mio avviso anche molto più interessante. E largamente esatto, poi: la Nappi è finita nelle mire di Fusaro perché ha ricordato che il fascismo si è sempre detto contro il capitale e a favore della piccola borghesia. Apriti cielo! Nooooo!
Ma ragazzi, è un’ovvietà questa, il fascismo ha alimentato gli interessi piccolo borghesi, e nel frattempo ha cercato di tenersi buoni sia il capitale che il proletariato in senso stretto dandogli qualche contentino. Sai che novità, è questo che la piccola borghesia fa: si ingrazia il grande capitale, tiene buono il proletariato, ed è quello che ha sempre fatto il fascismo.

Ma quella che capisco di meno è la rabbia di Fusaro.
Chiamiamo le cose col loro nome, Fusaro è un filosofo di stampo fascista. Chiaramente. Non è una reductio ad hitlerum, come sbraita lui, è semplicemente chiamare le cose col proprio nome. Certo, “fascismo” è una definizione un po’ confusa, ma per quanto sia un termine non facile, se devo pensare a un “intellettuale” odierno il cui pensiero si possa definire univocamente fascista è senza dubbio Fusaro. Lui presenta non un comunismo, un approccio rivoluzionario che prende le mosse dal capitalismo come suo superamento, ma un anticapitalismo nostalgico e reazionario e che, aggiungerei, viene insegnato dalle cattedre di un’università privata che gli paga un lauto stipendio per farlo.

Io sono radicalmente antimarxista, per me il marxismo degenera inevitabilmente in forme di fascismo quando è messo in pratica, ma ciò non toglie che almeno la lettera marxista non dica quello, la lettera marxista è superamento del capitalismo a partire da certe sue conquiste, non semplice anticapitalismo reazionario che poi nella prassi si vuol tradurre in capitalismo di stato. Quello si chiama fascismo, Fusaro è fascista, chi gli va dietro è fascista, e a questo punto la domanda interessante non è se lo sia o meno per davvero, ma perché fatichi tanto ad ammetterlo e continui invece a cianciare di essere marxista, e si incazzi tanto con chi lo chiama col suo nome, fascista.
In realtà la maggior parte dei suoi seguaci hanno già fatto il salto tranquillamente (o sono semplicemente rimasti dov’erano), e si dicono fieramente fascisti. Lui è un po’ più lento, per ora non gli piace essere definito fascista perché gli sembra un modo per screditarlo, e si lamenta di quanto sia “inutile l’antifascismo in assenza di fascismo” (mentre il fascismo c’è eccome: lui)… ma già ha iniziato a parlare di NWO, insomma è sulla strada di Povia, prevedo che diventerà sempre più reazionario e ridicolo col tempo, anche perché la sua carriera è arrivata ad uno stop per ora e ha bisogno di conservarsi una fetta di mercato ben precisa (non ci dimentichiamo che l’intellettuale di professione è uno che vende i propri pensieri e le proprie opinioni. Questo significa che non possono mai essere davvero completamente libere, ma devono sottostare a leggi di mercato).

Io credo che l’unica ragione per cui non ha ancora detto “sono fascista” sia che teme il rinculo di sparare un colpo del genere, ma ormai è ovvio che ha preso quella strada lì e che il passo successivo non è più dimostrare di non essere fascista (ormai impossibile), ma difendere il suo esserlo.

In generale a me la Nappi piace, ma al di là di tutto, è proprio la contrapposizione con Fusaro che me la fa amare. Quanto non sopporto Fusaro mi piace la Nappi: un intellettuale di professione che dice le peggio cazzate sotto l’ombrello accademico, contro una lavoratrice che invece dice cose sensate e viene insultata per via del suo mestiere. Essi sono sicuramente due eccessi opposti, dovrebbe essere difficile per persone sane di mente identificarsi interamente con uno di loro (ma la gente impazzisce molto rapidamente oggidì). Sono solo simboli dei due estremi di un continuum; ognuno si piazza su quel continuum più vicino a lei o a lui. Come simbolo, è a Valentina che sono vicino.
Il che forse ha a che fare anche col fatto che lei non mi manderebbe in carcere mentre Fusaro sì.



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