(prosegue da Prima Parte)
Joseph Roth in “Ebrei Erranti” afferma che nelle campagne della Russia il contadino di origine ebraica si riconosceva da lontano perché, a differenza degli altri, con una mano guidava l’aratro e con l’altra leggeva un libro. E’ una metafora molto ben riuscita e da essa, oltre all’elogio per il contadino ebreo, si percepisce un consiglio: Cultura, Fede e Vita Quotidiana vanno costantemente alimentati con realismo, disciplina e anche un pizzico di Fantasia.
Nei quartieri spagnoli ognuno a modo suo è, senza meno, Protagonista e Comparsa a un tempo.
Lo stupore segue allo stupore senza soluzione di continuità e si vorrebbe far parte della commedia ma è proprio la macchina fotografica che ti tiene fuori dal cast degli attori. Nessun abitante del luogo se non te, caro Giulio, interrompe il turbinio di sensazioni che prova, per fare una fotografia anche solo con gli occhi. Non ne è cosciente, ma è la coscienza che si domina, che si forza nell'autocontrollo, quella che si ferma a riflettere. Sacrificando al pagano àra della riflessione l’immedesimazione, il tuo "percorso" a Napoli deve essere stato piacevole ed anche tormentato. Ogni scatto ti ha estromesso dall'ambiente e per pensare al successivo dovevi dimenticarti di volerlo fare, per poi ridestarti al tatto del metallo che ti pendeva dal collo.
Lei ha la testa china e piangente. Il riflesso del mare è accecante, come la gioia di quel momento. E' cosciente che quella gioia finirà col crepuscolo di quella stessa giornata, che sarà anche il crepuscolo della sua giovinezza. Ha visto la vita di sua madre. E’ consapevole della vita che l’attende.
E' la vita che gli si mostra da lontano, sull'altra sponda, e adesso preferisce non guardarla.
E’ la spiaggia il palcoscenico, il campo di battaglia per confrontare e confrontarsi. Qualche rivista o giornale è tollerata, crea spunti per parlare, ma un libro no - nun sia mai! E ‘cche vvuo’ fa’, 'o musone intellettuale? - Leggere un libro è un comportamento socialmente inammissibile, per “stranieri” inomogeneizzabili.
Ecco la Regola, non scritta e ineluttabile: individualismo sì, ma ne dobbiamo godere tutti, e che diamine! Distinguiamoci in Massa, per non distinguerci!
Quell'albero è un Fiore dai mille colori che cresce nel fango: il fiore più bello che possa esistere.
Ma, quando c’è Silenzio...
ti fermi, ed ascolti la Musica che questa grande commedia nasconde nei suoi attori, nei suoi anfratti, nei mille angiporti dei luoghi e delle anime.
E' una Musica che si sente quando qualcuno tra loro si “ferma” e si lascia dondolare dalla giostra, magari solo per un momento Infinito e Finito, come la Sposa, che si prepara a vivere una vita probabilmente difficile.
Qualcuno ha saputo fermarsi più a lungo.
Senza abbandonare la giostra s'è solo messo sul perno di essa.
E’ un’idea dell’uomo per arricchire l’Uomo. E’ Amore.
E per questo motivo lui non può limitarsi a ripararle.
Lui, le bambole, le cura.
“Orologiaio per Caso” e “Guaritore di Bambole”: due Maestri di Fantasia.
Ha ragione la grande poetessa americana Emily Dickinson (1830-1886) quando dice (poesia n° 454):
Il Paradiso dipende da noi.Chiunque vogliavive nell'Eden, nonostante Adamoe la cacciata.
In queste fotografie, nella gioia e nel dolore, c'è un Eden-Universo, ricco di Diversità più che di Uguaglianze. Se il mondo è governato da una Legge Universale questa legge non è e non può essere l'omologazione ad un'unica fonte di principi, usi, costumi, valori.
Forse questa legge è la Bellezza. Una bellezza mai assoluta, mai immota, mai palpabile.
E' questo che ricerchi, Giulio? Questa Bellezza Universale? Allora stai attento! E' un gioco pericoloso il tuo. Continua a perseguire il tuo scopo, in punta di piedi, ma basa solo su questo la tua soddisfazione: sulla continua e costante ricerca. Toccare la bellezza e toccare il Divino sono la stessa cosa. Sono sentimenti profondi dell'animo umano e l'arte, anche la più alta, non li può rappresentare di per sé stessi. E' l'arte che si esprime a confermare la bellezza, non il risultato in cui si concretizza. E' l'esercizio dell'arte che indica la presenza del divino, non il prodotto che produce. E' l'Umano che si eleva dall'animale a indicare il SuperUmano, non i beni materiali, anche artistici, che realizza. La Bellezza è la vita che costantemente si esprime con compassione per ogni forma di vita, e costantemente si perpetua dall’infinito passato all’eternità.
Se raggiungerai veramente questa altissima felicità, questa Bellezza, noi non lo scopriremo mai da una tua fotografia. Sarà un ritratto del tuo viso a testimoniarlo ai posteri, sorridente e inebriato, ma senza vita. Quella foto della Bellezza sarà stampata nei tuoi occhi. Lo schermo di proiezione saranno le tue palpebre.
La bellezza non ha causa:esiste.Inseguila e sparisce.Non inseguirla e rimane.
Sai afferrare le crespedel prato, quando il ventovi avvolge le sue dita?Iddio provvederàperché non ti riesca.
(Emily Dickinson, 516)