Serre Fotovoltaiche di Narbolia sviluppi e piano di lotte
convocato un’Assemblea Popolare per le ore 18,00 di mercoledì 14 marzo 2012 presso il Salone Parrocchiale del paese.
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Con tale iniziativa il Comitato vuole discutere del problema, ancora una volta pubblicamente, facendo presenti le motivazioni della sua azione di contrasto alla costruzione dell’enorme impianto in progetto, con le sue negatività per tutta la comunità, non solo
narboliese, sia dal punto di vista economico, che sociale e ambientale. Sono invitati ad esprimere il loro parere, non solo la popolazione di Narbolia, ma anche tutti i cittadini della Sardegna perchè il problema della rapina del territorio, per le più disparate ragioni (speculazioni edilizie, assalto alle coste, radar e servitù militari, industrie nocive e gasdotti vari) è ormai divenuta la normalità. “Noi siamo contrari alla svendita dei nostri terreni, in particolare quelli agricoli, che va ad intaccare ancora una volta la nostra sovranità alimentare e ribadiamo che non siamo disposti a trattare con chicchessia e tantomeno quando si tratta di evidenti e pure
speculazioni finanziarie mirate unicamente ad appropriarsi di soldi pubblici provenienti dalle nostre tasse”. Questo va ripetendo, ormai da diverso tempo, il Comitato di Narbolia ed invita tutti i privati cittadini, le varie Associazioni ed i vari Comitati sparsi in tutto il territorio regionale a partecipare attivamente all’Assemblea ed alle opere di contrasto che si andranno a mettere in atto anche prossimamente per evitare che ancora una volta venga messo in atto un simile stupro alla nostra terra, sapendo che esistono delle valide alternative che possono portare benefici a tutta la popolazione.
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“L’accaparramento di terre è un fenomeno stimolato da investitori e persone di potere su scala locale, nazionale e internazionale, con la connivenza di governi e autorità locali, per controllare le risorse più preziose del mondo. L’accaparramento di terre ha portato alla concentrazione della terra e delle risorse naturali nelle mani di grandi investitori. La conseguenza è stata l’espulsione e l’allontanamento delle popolazioni locali, generalmente contadini e contadine, la violazione dei diritti umani delle donne,
l’aumento della povertà, la divisione sociale e la contaminazione dell’ambiente.” (dall’appello di Via Campesina e Mst/Movimento dei Senza Terra Brasiliani per il 17 aprile, giornata internazionale delle lotte contadine).
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