Narcisi, Marco - Autore de "L'amicizia in guerra"

Creato il 31 maggio 2013 da Ilibri

“L’amicizia in guerra” di Marco Narcisi è un breve romanzo di fanta-politica ambientato in Venezuela.

Il libro è uscito prima della morte di Chavez, ma la prevede e offre spunti interessanti per ipotetici sviluppi futuri. La curiosità di i-LIBRI si è trasformata in alcune domande cui l’autore ha gentilmente risposto.

Ringraziamo l’editore Nulla Die e Marco Narcisi per la disponibilità.

Il tuo romanzo, “L’amicizia in guerra”, è una spy-story internazionale ambientata prevalentemente in Venezuela. Le vicende che hanno seguito la morte di Chavez rendono la storia molto attuale. Come mai la scelta di questo paese e dell’America del Sud come polveriera del mondo?

Volevo ambientare la storia in un luogo dove vi fosse una figura carismatica e controversa che si prestasse ad essere inserita in un contesto in cui le rivolte sociali avrebbero potuto sfociare nell'estremismo. All'epoca della redazione del romanzo individuai, quindi, Chavez e il suo Venezuela. Un paio di anni fa in primo piano vi erano i moti antidispotici che infiammavano il Nordafrica e una delle prospettive che si intravedevano era quella di un'estensione su larga scala di questi conflitti. Cosa che, infatti, avvenne, seppur prevalentemente nell'Africa Mediterranea. Ho ipotizzato uno scenario in cui la violenza di quei movimenti fosse stata strumentalizzata in una zona del globo dove potevano esservi i requisiti.

Il titolo racchiude due temi fondamentali: l’amore verso gli amici e la dedizione agli ideali di patria e giustizia che spingono, se necessario, alla guerra. Qual è il tema prevalente?

Personalmente ritengo che il tema fondamentale sia l'amicizia. Nella storia narrata nulla di ciò che viene raccontato sarebbe avvenuto se non vi fosse stato un legame saldo e speciale nel gruppo dei protagonisti. La guerra, comunque, sia intesa come vero e proprio conflitto armato che come contrapposizione di ideali, gioca un ruolo importante nello svolgersi degli eventi. Da qui il titolo "L'amicizia in guerra".

Lungo i capitoli che si susseguono incalzanti seguiamo Simon, Mary, Antony, Owen e Kevin. Ognuno fa i conti con se stesso e fa scelte diverse fino alla fine. Se dovessi essere uno di loro, chi sceglieresti?

I protagonisti del romanzo sono immaginari, ma detengono molti connotati che ho "estrapolato" dalla mia vita personale. Simon, Owen, Kevin, Mary sono, infatti, caratterizzazioni di amici con cui ho condiviso e condivido buona parte della mia vita. Alcuni dialoghi e situazioni dal risvolto comico sono tratti da episodi reali di amicizia quotidiana. Tra i personaggi principali Antony è quello che probabilmente si avvicina di più alla mia filosofia, anche se ribadisco che le caratteristiche descritte sono lontane dall'essere veritiere. Diciamo che per le sue doti più positive è un modello a cui mi piacerebbe un giorno poter somigliare.

Alla fine uno dei ragazzi riflette e conclude che “è incredibile, rimanendo fedeli a se stessi e senza lasciarsi condizionare dalla promessa di una via più semplice, quanto il premio possa superare gli sforzi compiuti per seguire i propri principi.” Questa bella considerazione è il messaggio dell’intera vicenda?

È la filosofia di Antony e rappresenta una convinzione ferrea che, per buona parte della storia, fa da collante al suo gruppo di amici. Potrebbe, in effetti, incarnare se non il vero e proprio messaggio ultimo della vicenda, uno degli elementi di maggiore rilevanza di tutto il racconto. Nessuno dei ragazzi compie delle scelte semplici. Infatti in uno dei momenti più drammatici degli eventi che si susseguono, anziché attendere di tornare a casa o affidarsi agli aiuti, decidono di rimanere uniti e sfidare la sorte molto lontano. Probabilmente questo gesto potrebbe sembrare illogico e, addirittura, far apparire la storia più inverosimile, ma ritengo che in alcune circostanze si compiano delle scelte forti e di enorme cambiamento, soprattutto se si hanno a fianco persone con cui si condivide un intenso legame. Quando ciò che si ha intorno sembra sbriciolarsi, si può scegliere di cambiare vita assieme ai propri amici.

Se tu non fossi Marco Narcisi e dovessi consigliare “L’amicizia in guerra”, cosa diresti a un ipotetico lettore per convincerlo?

Forse direi che si tratta di una storia che ognuno può fare sua, dove tante vicende, anche sorprendenti, si susseguono sempre più rapidamente e che, nonostante si tratti di una storia di fantasia, l'autore ha cercato di cogliere degli aspetti della vita che, purtroppo o per fortuna, rimangono costantemente attuali come l'amicizia, l'insoddisfazione del popolo verso i propri governanti, il fanatismo, senza pretendere di volerli spiegare, ma solo di volerne trarre un racconto. Il tutto contornato da uno sfondo di vicende realmente accadute e che hanno cambiato il corso della storia. Un racconto che si impegna nell'essere avventuroso, divertente e anche d'ispirazione per alcune riflessioni.

Quale consiglio invece potresti dare agli aspiranti scrittori?

Sono semplicemente un esordiente che ha avuto la grande fortuna di incontrare un editore serio e gratuito, come Nulla Die, che ha creduto in lui e lo ha sostenuto in una bellissima avventura. Non ritengo, quindi, di essere nella condizione di poter dare dei consigli. Da parte mia, ho sempre costantemente avuto fiducia in questo romanzo e non mi sono arreso alle difficoltà che un esordiente incontra sistematicamente sulla sua strada: in primis, la mancanza di credito da parte delle persone a cui si sottopone il proprio lavoro e i successivi tentativi di molti altri di cercare di approfittare dell'inesperienza. Si può dire che, come Antony, ho cercato di perseguire il mio ideale senza scegliere la più facile via della resa.

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