Narciso era un giovane bellissimo e crudele, incapace di innamorarsi di chi ha la sventura di amarlo che, alla fine, colpito da una punizione divina, vede la propria immagine riflessa in uno stagno e se ne innamora perdutamente fino al punto da cadere nello stagno e morire annegato.
Narciso è anche un fiore bellissimo spuntato, secondo alcune versioni del mito, nel punto in cui era schizzato il sangue di Narciso suicida per non aver potuto raggiungere la sua immagine riflessa.
Da Narciso prende il nome anche il Narcisismo, nell’accezione che si riferisce ad un tratto della personalità improntato a vanità, egoismo e presunzione.
Narcisi sono un po’ anche coloro che al cospetto di un paesaggio suggestivo, di un panorama mozzafiato, di un monumento celeberrimo non esitano a scattarsi un bel “selfie” con il loro faccione in primissimo piano e dietro, in un angolino, magari un po’ sfuocata, l’immagine della Basilica di San Pietro, o del Gran Canyon, o del Partenone di Atene.
Purtroppo temo che la dilagante mania dei “selfie” non abbia solo il significato di testimoniare la propria presenza in un luogo, ma piuttosto, sotto sotto, significhi che, a prescindere dall’oggetto sullo sfondo, ciò che veramente conta è il faccione in primo piano.
Ah Narciso!