Da allora questi contribuenti sono costretti a pagare tasse astronomiche (migliaia di euro per ICI, IMU e TASI) su dei terreni che in teoria hanno avuto un notevole incremento di valore (ai fini delle imposte non si considera più il valore catastale del bene, bensì quello venale), ma che in pratica non garantiscono ancora nessuna fonte di guadagno e forse mai un possibile uso ai fini edificatori
A tutti è noto che la crisi edilizia il decremento demografico del comune di Narni ,la complicata attuabilità dei progetti NORMA del piano regolatore .
Per questo molti cittadini chiedono di poter retrocedere alla destinazione precedente – su richiesta – per quelle aree su cui il proprietario non ha intenzione di costruire.
Esistono casi anche di cittadini che si sarebbero ritrovati a loro insaputa con un terreno passato da agricolo a edificabile attraverso la variante al PRG, senza che gli stessi ne abbiano fatto richiesta.
E ora giustamente vorrebbero che i loro appezzamenti venissero retrocessi al precedente stato di terreno agricolo.
Anche perché il valore di un terreno edificabile, oltre al pagamento maggiore di IMU e TASI, comporta anche un sensibile aumento dell’indicatore Isee, che viene sempre più spesso richiesto e utilizzato per certificare la situazione reddituale e patrimoniale di una famiglia, al fine di ottenere agevolazioni e prestazioni sociali. E quando un terreno da agricolo passa a fabbricabile, il valore Isee aumenta a tal punto che diventa quasi impossibile poter accedere a qualsiasi tipo di beneficio.
Ovviamente questo passaggio, a discapito del cittadino, produce al contrario un notevole vantaggio per le casse di un Comune, che vede lievitare le sue entrate fiscali in maniera esponenziale, in quanto le aliquote di ICI/IMU/TASI si applicano su una base imponibile (il valore venale dell’area) molto più elevata rispetto a quella derivante dal valore dell’area agricola.
Pertanto la trasformazione di un terreno in area fabbricabile, attraverso le varianti al Piano Regolatore, è diventato negli anni uno strumento in mano alle Amministrazioni Comunali per tartassare i cittadini e ottenere così più entrate in bilancio.
E’ necessario dunque pensare ad un modello di sviluppo più sostenibile, che concepisca una diversa pianificazione urbanistica che punti più sulla ristrutturazione e riqualificazione dell’esistente, riformulando le previsioni di crescita e cercando di trovare una valida soluzione al problema delle richieste di stralcio delle aree edificabili non ancora costruite.
Sergio Bruschini capogruppo fi