Naruto: da outsider a messiagesùcristo (aka Il Baretto dei Top Shonen)

Creato il 27 marzo 2014 da Sommobuta @sommobuta
Al mondo esistono due tipologie di autori: quelli che hanno il coraggio di difendere e portare avanti le proprie idee, e coloro che si mettono proni a 90°, vengono intimiditi dal pubblico ma soprattutto vengono facilmente soggiogati dal dio denaro (spesso le due cose si sovrappongono).
La sapete la storia di Isayama che, guardacaso, ora che L’Attacco dei Giganti è diventato un bestseller osannato urbi et orbi (grazie soprattutto alla messa in onda dell’anime) ha dichiarato che allungherà e stravolgerà il finale che aveva pensato (perché altrimenti il pubblico non avrebbe gradito – aka: aveva intenzione di far morire tutti, ma dato che ormai il suo prodotto è mainstream forse è meglio farlo finire un po’ a taralluccio e vino per accontentare la massa)?
No?
Ora la conoscete
Direte voi: che c’entra col titolo di questo articolo?
C’entra, c’entra.
Perché questo è il baretto dei Top Shonen.
Ma un baretto un po’ particolare.

Dovevano morire tutti. Finirà che si sposeranno tra giganti...
L’ultimo capitolo di Naruto ha evidenziato per l’ennesima volta come Masashi Kishimoto sia un mangaka incapace di prendere una decisione netta. Da quando ha deciso di resuscitare Kakashi e gli abitanti del Villaggio della Foglia dopo aver ricevuto mail e lettere di protesta (comprese alcune minacce di morte) non è stato più lo stesso.
E si vede.
Non voglio rimarcare i difetti secolari di Naruto, quelli ormai li conosciamo a memoria, ma se c’è una cosa che proprio non mi va giù è il fatto di aver trasformato uno dei protagonisti più interessanti di uno Shonen nel “solito” protagonista di uno Shonen.
Naruto, presentatoci come outsider, come colui che veniva discriminato da tutti tanto per essere un rompipalle piantagrane, quanto per avere dentro di sé un potere terrificante (ed è bene ricordarlo, la Volpe sigillata dentro di lui non era un surplus o un poweruppone a caso, era proprio un handicap che lo poneva in posizione di svantaggio sia dal punto di vista sociale – gli abitanti del Villaggio lo tenevano alla larga per paura -, sia dal punto di vista fisico – per lungo tempo utilizzare il potere della volpe lo danneggiava e lo poteva anche condurre alla morte), viene completamente ridimensionato nel momento in cui viene designato come Bambino della Profezia destinato a salvare il mondo.

Ma lo sa che lei è proprio un bel volpino? (cit.)
Tutti i discorsi sul merito, sulla forza di volontà, sull’inutilità delle gerarchie imposte dalla società diventano vane nel momento in cui Naruto viene elevato al rango di Messia non per merito, ma per elezione divina.
Naruto non diventa salvatore del mondo dei ninja grazie alla sua forza di volontà, al saper conquistare la fiducia negli altri o al non volersi arrendere mai: Naruto diventa salvatore del mondo dei ninja perché è destinato ad esserlo.
Tutto il resto è subordinato a questo.
Purtroppo.
L’ultimo capitolo spoiler, poi, è la mazzata finale al personaggio: Naruto non è solo il Bambino della Profezia, non è solo il “custode” (passatemi il termine) della Volpe a Nove Code, ma è anche la reincarnazione del figlio dell’entità più potente del mondo dei ninja.
E qui ritorna la vigliaccheria di Kishimoto, ormai prono a 90° davanti al suo pubblico. Io penso che Kishimoto sappia di aver combinato un piccolo casino con la storia della predestinazione, e ogni tanto cerca di metterci una pezza. Una pezza, però, che non riesce a ricucire lo strappo, ma che anzi, lo allarga sempre di più.

Ridi, pagliaccio! (cit.)
Perché Naruto è la reincarnazione del figlio “scarso” dell’eremita delle Sei Vie, ma il figlio scarso, essendo “figlio di”, aveva comunque in sé la forza del padre, forza che ha tirato fuori con l’impegno, la dedizione e l’immancabile ammmmore.
Naturalmente, in quanto reincarnazione, a Naruto tocca percorrere lo stesso cammino.
Ed è un brutto pasticcio, perché, oltre a ciò che abbiamo già scritto, se Naruto fosse stato un vero outsider, sarebbe potuto essere l’eroe , ma invece non solo scopre di essere “figlio di” (in quanto il babbo era nientepopòdimenoche il Quarto Hokage), non solo scopre di essere il Bimbo della Profezia, ma è anche “figlio di” al quadrato, perché in lui rivive lo spirito del figlio dell’Eremita delle Sei Vie.

Poi dicono la meritocrazia...
Insomma, Naruto è un “culattone raccomandato” (cit.) le cui azioni sono sempre state indotte (e predeterminate) dal suo essere “destinato” a fare grandi cose.
Che peccato.
E dire che esempi di ottimi outsider rimasti outsider pur essendo diventati dei fighi da paura (per meriti o per “elezione”) il fumetto giapponese ne è pieno.
Due esempi su tutti: Yusuke Urameshi e Hanamichi Sakuragi.
Il primo rimane outsider e spakkakuli anticonvenzionale anche quando scopre di essere “figlio di” uno dei demoni più potenti del mondo spettrale; il secondo rimane un outsider un po' sfigatello anche quando è diventato una colonna dello Shohoku.
Sia Yusuke che Hanamichi non diventano padreterni da un momento all’altro: il primo non può vincere il torneo di arti marziali solo perché “è il protagonista e figlio di”, e il secondo non diventa Michael Jordan solo perché si è fatto il culo in tre mesi di allenamento.
La caratterizzazione di un personaggio è fondamentale affinché la storia non si incarti su sé stessa.
Se Naruto fosse stato presentato sin da subito come il “bimbo della profezia” non ci sarebbero stati problemi, perché avremmo saputo che un giorno avrebbe dovuto, per forza di cose, compiere gesta straordinarie. Presentarlo come outsider, farlo ragionare come outsider, fargli fare il culo come outsider e poi spiattellarci in faccia che tanto era tutto già scritto perchè il protagonista è il prescelto, fa cadere le braccia (e ci delude tantissimo).

Il Genio!Volendo scomodare Bleach, prendete, ad esempio, Zaraki Kenpachi.
La bontà e genuinità di Kenpachi sta nel fatto di essere sempre fedele a sé stesso. Viene presentato come il Comandante più bellicoso del Gotei 13?
E tale rimane.
E non è un caso che Kenpachi sia il beniamino di tutti, perché in tutto Bleach è quello che, nella sua granitica inamovibilità, non tradisce mai né sé stesso né il lettore. Anche qui, prendete ad esempio l’ultimo capitolo spoiler: Kubo (intelligentemente) gli pone di fronte l’avversario più ostico, ovvero quello che sulla carta non può essere sconfitto con la forza bruta. Ma dato che Kenpachi è Kenpachi, pur mostrandosi più arguto e accorto del solito, non può fare altro che avanzare e avanzare, senza pensare alle conseguenze del caso.
Certo, un autore deve sempre sapere quando mettere mano ai propri personaggi. Kishimoto, che almeno nella prima parte di Naruto aveva dimostrato di essere un sottile psicologo, tratteggiando personaggi indimenticabili e complessi, per quanto mi riguarda toppa alla grande con lo Shippuden.

Ma (udite udite!) sta toppando alla grande anche il magnanimo Oda, e proprio sullo stesso terreno.
Ne abbiamo parlato ampiamente nei Report, ma non è possibile (anzi, è francamente impensabile) che gli Strawhats, dopo due anni di allenamento che servivano tecnicamente a fortificarli nel corpo, nello spirito e nella mente, siano esattamente le stesse persone di prima.
Rufy è un coglione, Chopper un timidone, Usop un cagasotto (più e peggio di prima) e via discorrendo.
Se l’arco narrativo di Dressrosa, pur con i suoi problemi, è eccellente, l’operazione SOP del sottosuolo (già ribattezzata da alcuni operazione FLOP) sta rischiando di diventare una delle pagine più brutte di tutta l’opera.
Ci può stare che un piano strampalato imperniato su di un’idea strampalata finisca in una maniera strampalata. Ci può stare che una situazione dai risvolti ampiamente drammatici venga mostrata come una sorta di favola, una macchietta (non è un caso che l’avversario sia Sugar, una che trasforma i nemici in giocattoli).
Quello che è inammissibile è vedere come Usop, presentatoci come rigenerato dalla cura di Heracles’un sull’arcipelago di Boing, non sia solo cambiato rispetto a due anni prima, ma sia addirittura peggiorato rispetto a ciò che faceva prima del timeskip.
Ma il discorso sull’operazione FLOP, su Usop e su tutti questi risvolti è molto più complesso, molto più ampio e per questo vi rimando a domenica/lunedì per un video dedicato.

Usop già piange all'idea...
Voi però fatemi sapere che ne pensate di tutto questo casotto…

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