di Alessandro Ligas
Simone Vacca è il CEO e founder della neo impresa, che con questo prodotto ha messo in pratica la sua passione per la cucina e l’eccellenza dei prodotti italiani. Ha lavorato per oltre 10 anni nel settore agroalimentare come gestore del ristorante pescheria “Il Porticciolo” (Roma), come socio gestore del ristorante “Officine del Pesce” (Roma), come responsabile commerciale di “Fiorital Spa” e “Officine del Pesce S.r.l.” e come socio del ristorante “Docks&Co” (Roma).
La mission è quella di dare l’opportunità non solo di gustare prodotti provenienti da tutta Italia, altrimenti difficilmente recuperabili, ma anche quella di scoprirli attraverso ricette, consigli e aneddoti presenti all’interno del box sotto forma di ricettario.
Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato come è nata l’idea
Chi è Saporeato cosa fa e con quali obiettivi nasce?
Saporeato è un selezione contenuta all’interno di uno scrigno pieno di gustosi tesori e come ogni buona ricetta è la combinazione di prelibati ingredienti: gli ottimi prodotti che ho selezionato in lungo e in largo in giro per il nostro Bel Paese, la storia di questi prodotti e il modo per poterli assaporare nella maniera più gustosa possibile e lo stesso box creato a mano da artigiani del legno fanno di Saporeato un’esperienza unica di eccellenza italiana.
Come siete nati?
Dalla mia esperienza decennale nel campo agroalimentare. Ho deciso di trasmettere questa conoscenza e passione nel modo più dinamico possibile, dando vita a Saporeato. Per realizzare la mia visione mi sono rivolto a Clhub che ha incubato la mia idea fornendomi degli eccellenti professionisti e mi ha seguito nel percorso che mi ha permesso di chiudere un primo investimento da parte di business angels.
Come nasce il nome Saporeato.
Nasce dalla combinazione di due parole, “sapore” ed “ eat”. Il Sapore è la sensazione avvertita dal senso del gusto ed Eat è l’atto che si compie per assaporare. Perciò Saporeato.
Come funziona?
Coloro che riceveranno direttamente a casa il box Saporeato, troveranno dei prodotti che normalmente non troverebbero nella GDO perché sono produzioni artigianali di piccole e medie imprese che lavorano seguendo la tradizione. Oltre ai prodotti troveranno ‘’Storie e Ricette’’, un ricettario redatto da me in cui ho riversato le mie conoscenze e alcune ricette originali per assaporare nella maniera migliore questi prodotti.
Si rivolge ai Foodie internazionali. Il Foodie è un buongustaio, che non solo ama mangiare, ma adora scoprire nuovi prodotti e nuove ricette ed è sempre alla ricerca di nuove esperienze culinarie. Come amo spesso dire: il cibo troverà sempre chi ama mangiare.
Qual è il vostro modello di business?
Il food box Saporeato si può acquistare online attraverso il nostro sito e-commerce saporeato.com in due formule: la formula “vendita singola” e la formula di “abbonamento” annuale che prevede 4 box diversi, uno per ogni stagione. Oltre la vendita diretta, abbiamo avviato i contatti con degli importatori che distribuiscono i prodotti italiani negli Stati Uniti fornendo diversi “gourmet shop”.
Che difficoltà avete incontrato nel realizzare il vostro progetto? Come le avete risolte?
Abbiamo incontrato diverse difficoltà, come giusto che sia, quando una nuova azienda sta per nascere. Le difficoltà maggiori le abbiamo avute cercando il materiale adatto per il packaging e nel trovare l’azienda artigiana che producesse nei tempi da noi richiesti la mole di box a noi necessaria. Abbiamo dovuto affinare un modello di business che fosse sostenibile.
Qual è stato il vostro iter?
Ho iniziato a fare le ricerche cercando di capire che ampiezza avesse il mercato dei food box già un anno e mezzo fa e nel corso del tempo ho capito che la mia grande conoscenza del settore agroalimentare non poteva essere sufficiente per portare l’idea alla sua concretizzazione. Mancavano delle figure altamente specializzate nel settore marketing, legale, strategia di business che potessero veramente dare la marcia in più al progetto. Dei buoni risultati si possono raggiungere solo con una squadra forte.
Come è nata la vostra squadra e come è composta?
Mi sono rivolto al Clhub, e dopo la presentazione della mia idea, ha creduto nel progetto incubando Saporeato all’interno della sua struttura e che mi ha permesso di lavorare affianco a un team di professionisti specializzati in diverse aree, dalla business, alla comunicazione, che potessero contribuire a sviluppare la mia visione.
Che ruolo ha la rete nel vostro business?
Si sta sviluppando un mondo di applicazioni, servizi, tecnologie che stanno cambiando il mondo del food in tutti i suoi settori. La rete ha stravolto il rapporto tra produttore, distributore e fruitore. Rappresenta un’occasione per esportare un prodotto uscendo dalle logiche della GDO e permettendo di affacciarsi a un mercato più vasto e consapevole.
Quali sono le competenze necessarie per avviare una startup e come si costruiscono?
Penso che per avviare una startup siano necessari diversi elementi, come quando si cucina del buon cibo. L’idea è l’ingrediente principale a cui bisogna aggiungere i condimenti che lo esaltino: ampia conoscenza del settore di riferimento, strategie di marketing e di business, settore legale e amministrativo. Tutto ciò rende possibile dare vita a un’impresa sostenibile che punta a degli ottimi risultati.
Quali risultati avete ottenuto e quali sono i vostri prossimi passi?
In meno di due mesi abbiamo un prodotto finito pronto per essere introdotto sui mercati internazionali, improntato la strategia di business e marketing, avviato le relazioni con importatori e distributori negli Stati Uniti e siamo pronti alla vendita sul nostro sito saporeato.com . Gli obiettivi futuri sono quelli di affacciarci sui mercati internazionali anche con canali distributivi più tradizionali.
Quali sono le tre principali azioni che dovrebbero attuare le istituzioni per supportare lo sviluppo delle startup?
Le istituzioni in questi anni hanno supportato il mondo delle startup con numerosi programmi di finanziamento pubblico, ma bisogna a mio parere fare ancora di più. Bisogna valorizzare in maniera più concreta le imprese legate alle eccellenze presenti sul nostro territorio come il fashion, design e food e non solo quelle ICT.
Cosa vuol dire per te innovare?
Per me innovare non significa creare la nuova Facebook, ma prendere le eccellenze del nostro territorio e veicolarle con nuove modalità, nella forma giusta e più fruibile per i consumatori attraverso servizi, informazioni, qualità e dinamicità. Dobbiamo farci forti dei tesori del nostro paese.
In un “tweet” cosa consigli a chi, come te, vuol fare impresa?
Chi vuole fare impresa deve credere alla propria idea fino in fondo e non accettare mai la frase ‘’abbiamo sempre fatto così”.
In bocca al lupo
Crepi
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Saporeato