NASCEVA OGGI... - Pasquale Bruno

Creato il 19 giugno 2010 da Calcisulcalcio

Oggi, 19 giugno 2010, compie quarantotto anni Pasquale Bruno. Molti della nostra generazione lo ricordano, più che per le reti messe a segno, per quel soprannome “O’ animale” che tanto diceva sul carattere e sulla combattività che scatenava in campo, e soprattutto sulle gambe degli attaccanti avversari. In un calcio come quello di oggi, fatto soprattutto di assetti societari e calciomercato, un personaggio come il granitico difensore che ha alzato l’ultima coppa vinta dal Torino, la Coppa Italia 1993, sicuramente farebbe discutere molto più di allora. Dopo aver militato nel Lecce ed essere stato promosso titolare alla Juventus nella stagione 88’ 89’ da Dino Zoff (stagione nella quale realizzò l’indimenticabile goal contro il Napoli in Coppa Uefa), Bruno passa al Torino. Dopo quattro stagioni in maglia granata viene ceduto alla Fiorentina, dove conquista la promozione in serie A. Nel 1993 torna a Lecce per poi trasferirsi in Scozia, negli Hearts, alla fine del campionato 1994-95, per poi lasciare il calcio nel ’97, all’età di 35 anni. Un giocatore “cattivo”, che durante la sua carriera ha collezionato forse più ammonizioni e “rossi” che presenze, ma a cui tutto si può rimproverare oggi tranne la passione, quella straordinaria passione che lo trasformava, appena indossati gli scarpini, nell’O’ animale che costò venti punti di sutura ed uno stop di due mesi all’allora attaccante del Brescia Floran Raducioiu, in un Torino-Brescia di qualche anno fa. E dire che il buon Bruno l’aveva anche avvertito, dicendogli prima dell’inizio della partita che non aveva voglia di correre. Il Rumeno aveva abbozzato un sorriso ed una stretta di mano, convinto che si trattasse di una battuta, poi il veloce dribbling e l’epilogo doloroso. Un picchiatore, soprattutto in coppia con il collega del Toro Annoni, definiti da tutte le testate dell’epoca come “i più grandi picchiatori scientifici che il calcio italiano ricordi”. Ma il carattere duro e schietto dell’O’ animale non si faceva vedere solo in campo. Era evidente anche negli spogliatoi, dove era capace di rimproverare su due piedi, ma anche di infondere forza e coraggio nei propri compagni al pari se non più del mister di turno, lasciando un segno indelebile in tutti i club dove ha militato. Un personaggio d’altri tempi, insomma, capace allora di metter paura a uomini del calibro di Vialli e Van Basten, come di rivolgere oggi severe critiche ai propri colleghi più giovani, più preoccupati, a parer suo, degli stipendi multimilionari che della vittoria della squadra.
“Basta che tocchino un attaccante e questo si butta a terra, urla, piange come se avesse subito chissà quale fallo. Visti gli stipendi, questi giocatori dovrebbero vincere il campionato in carrozza. Anch’io ho passato momenti negativi, ma noi potevamo andare in giro a mento alto. Questi non possono guardare in faccia la gente.”
La Passione di Bruno si evince ancora oggi, chiara, da questo commento tratto da una sua intervista di qualche tempo fa. Il fatto che poi, in campo, tale passione si sia tramutata troppo spesso in entrate assassine e calci a tutto spiano non sta a noi giudicare, semmai agli arbitri di allora. A noi resta soltanto la possibilità di augurare buon compleanno a quello che è stato, nel bene e nel male, un “pezzo” del calcio italiano.
Guarda Juventus-Napoli 2-0(andata quarti UEFA 88-89)Guarda Napoli-Juventus 3-0(ritorno quarti UEFA 88-89)
di Andrea Mariani

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