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Nascita della “Tecnocrazia Cristiana”. Casini archivia l’UDC e nell’era della sovranità limitata italiana si candida a fare il politico di paglia

Creato il 20 aprile 2012 da Iljester

Nascita della “Tecnocrazia Cristiana”. Casini archivia l’UDC e nell’era della sovranità limitata italiana si candida a fare il politico di paglia

Non so se qualcuno di voi abbia letto un mio articolo dei primi di aprile. Ebbene, allora ho fatto un pronostico. Ho ipotizzato l’idea che l’Italia sarebbe andata al voto in questo autunno e che l’obiettivo dei politicanti nostrani sarebbe stato quello di eliminare il bipolarismo a favore di un partito centrista, in vecchio stile. Cioè lo stile DC. Ho scritto pure che il Presidente del Consiglio sarebbe stato Corrado Passera e che al Quirinale ci sarebbe andato Prodi. Senza dimenticare la riforma della legge elettorale in senso proporzionale.

Quanti di questi pronostici rischiano di avverarsi? Beh, a conti fatti, uno a uno si stanno avverando o rischiano davvero di avversarsi per la gioia del nostro futuro piuttosto nero.

Prendiamo la riforma della legge elettorale. In Parlamento si discute e il dibattito ormai è orientato verso un ritorno al proporzionale della prima repubblica. Già questo è un punto a vantaggio della vecchia partitocrazia. Passando al grosso partito centrista, beh, come potete vedere, Casini ha dato l’annuncio. Archivia l’UDC e fonda il Partito della Nazione, che non è altro che la vecchia Democrazia Cristiana in salsa tecnica (da qui la storpiatura: Tecnocrazia Cristiana), dove tutti sono invitati a entrarci: di destra, di sinistra, di centro, dei sindacati dei lavoratori e delle imprese, i tecnici e persino gli alieni se fosse possibile (e sono certo che Casini non li rifiuterebbe). Insomma, il solito grosso calderone che non ha un sapore preciso e che è buono per tutte le stagioni e tutti gusti. Come la vecchia DC, insomma.

Si torna indietro nel tempo? Direi proprio di sì. Corrado Passera è ancora i miglior candidato per la poltrona di Palazzo Chigi (e dopo lo sgambetto a Berlusconi sul Beauty Contest è diventato una sorta di eroe dalle parti della sinistra e di certi ambienti del FLI). In alternativa, gli spetterebbe un importante ministero, con Casini nuovo PdC, sostenuto in questo caso anche dal PD. In cambio, Bersani o chi per lui, otterrebbe il Quirinale, con Prodi. 

E a proposito di Prodi, questi si è lamentato (e ha denunciato) il tentativo di ritornare al proporzionale. «Sarebbe l’ingovernabilità della Prima Repubblica», tuona. Leggendo la notizia sono rimasto piuttosto impressionato, seppure abbia la sgradevole sensazione che quella del professore sia solo una dichiarazione estemporanea e forse nemmeno troppo sincera. Non ce lo vedo il bolognese contro la partitocrazia (che il proporzionale incentiverebbe), la stessa dalla quale è nato politicamente. E poi, caro Prodino, è proprio questo che vogliono i tuoi ex-amici della DC.

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La Tecnocrazia Cristiana sicuramente piace ai tecnici e piace a Monti. Un grosso partitone insipido, senza un ideale di patria e di nazione (a dispetto del nome), è un ottimo collegamento tra le oligarchie europee (e tedesche) e i poteri forti italici. In un contesto proporzionale poi, i Governi si studiano a tavolino e gli elettori avrebbero solo un ruolo certificatore, senza alcun potere di direzione della vita politica.

E il PDL? E Berlusconi? L’impressione è che siano alla frutta politica. Alfano è stato fregato sia sul fronte della riforma dell’art. 18 sia sul fronte del Beauty Contest. Insomma, il partito berlusconiano pare essere un rottame in procinto di essere smantellato e mandato alla fornace. Peraltro, a quanto sembra, le sirene centriste stanno facendo breccia nel cuore dei delusi (Pisanu, Dini & C.), e dunque ci si attende una nuova emorragia dal Popolo delle Libertà (il che non mi spiace, viste le cariatidi), un partito — diciamocelo chiaramente — senza idee, senza identità, allo sbando completo e pieno zeppo di personaggi ambigui. E certo non basta per fermare l’inesorabile declino l’annuncio a effetto di Alfano su una sorpresa politica dopo le elezioni amministrative. Sa di tentativo patetico di rincorrere Casini sulla strada dei progetti politici. Con una differenza. Casini ha dalla sua i poteri forti, le oligarchie e ampi settori della Chiesa. Alfano ha solo Berlusconi, ormai in declino politico.

Insomma, guardando al quadro globale, l’obiettivo politico delle oligarchie europee è a buon punto. Eliminati o resi inoffensivi i partiti che non potevano essere controllati (Lega e PDL) e svuotata l’Italia della propria sovranità politica e monetaria (Fiscal Compact e pareggio di bilancio), ora stanno ponendo le basi per la creazione della cosiddetta illusione democratica (mutuata dal concetto di illusione finanziaria), attraverso un ritorno al proporzionale puro e la creazione di un grosso partito centrista fondato sulla tecnocrazia e la connivenza perenne tra politica, affari e finanza. I cittadini italiani torneranno a contare meno di niente.

di Martino © 2012 Il Jester 


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