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Natale 2013. Le tradizioni intorno al Castello Sforzesco

Da Maurizio Lorenzi

Pubblichiamo questo interessante articolo di Patrizia Debicke van der Noot. Utili consigli su cosa fare a Milano in occasione delle imminenti festività natalizie. Buona lettura.

Dai quadri della Natività esposti alla Pinacoteca agli Oh Bej Oh Bej! e alla Babbo Running. Aspettando la festa più attesa, tra storia, arte e leggenda

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Già il Castello Sforzesco.Tutti sapranno tutto ma bisogna dedicare almeno due parole a questo luogo chiave e simbolo milanese dal XIV secolo in poi. Voluto dai Visconti, allora denominato Castello di Porta Giovia, fu edificato probabilmente nel decennio tra il 1360 e il 1370. Fu muto testimone della grandezza e della crudeltà della famiglia e prigione di Bernabò Visconti per ben 19 anni.

Ospitò la corte di Filippo Maria, che lo fece sua residenza sistemando a barcho o giardino il terreno adiacente. Alla sua morte la rocca della tirannide venne in gran parte smantellata da Milano, che si proclamò Repubblica Ambrosiana. Ma, alla riconquista in armi delle signoria, Francesco Sforza, marito di Bianca Visconti, chiamò i massimi ingegneri e architetti militari e civili e nel 1452 dette il via alla ricostruzione.

Fu eretta le celeberrima Torre di Filarete, creato il portico della Rocchetta, il giardino venne cintato, arricchito con un mirabile orto guarnito da alberi da frutta e popolato con una ricca fauna di selvaggina per un vero e proprio parco di caccia.

Francesco e Bianca non abitarono mai il Castello, scelto invece dal figlio maggiore Gian Galeazzo che lo trasformò in una lussuosa e moderna dimora. Dopo la sua morte – ucciso a pugnalate – suo fratello, Ludovico il Moro, si impossessò del potere e commissionò una serie di nuovi lavori di abbellimento, ma soprattutto affidò a Leonardo da Vinci la decorazione del soffitto della Sala delle Asse con il celebre pergolato. Sempre di mano di Leonardo è anche un frammento di affresco monocromo della sala, con radici che si incuneano nelle pietre.

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Fra le altre commissioni del Moro, la Ponticella, l’ariosa costruzione sopra il fossato è attribuibile al Bramante. L’affresco con Argo della Sala del Tesoro è del Bramantino e, benché in parte rovinato, rappresenta ancora una delle opere più significative del Castello.

Dalla caduta degli Sforza il castello fu conteso per secoli tra spagnoli e austriaci che ne fecero una fortezza, poi una caserma e ridussero in condizioni deplorevoli i meravigliosi saloni rinascimentali. Anche la dominazione francese e la Repubblica Cisalpina provvidero a fare altri disastri e il saccheggio nel 1859, dopo la definitiva ritirata austriaca gli dette un bel colpo finale. Dal 1893, su spinta dell’architetto Beltrami, si intraprese un restauro che vide anche la ricostruzione della Torre di Filarete, andata distrutta sotto l’ultimo Sforza.

Danneggiato nel 1943 durante l’ultima guerra e nuovamente restaurato, da allora ha assunto un importante ruolo di immagine di Milano, ospita Musei di grande livello (tra i quali pregevolissimo quello d’Arte Antica, l’interessantissimo Museo del Mobile, per non parlare della Pinacoteca).

Ma pensiamo al Natale che si avvicina

E proprio in caccia di immagini, per una preziosa selezione di cartoline natalizie, mi lancio in una fulminea visita virtuale alla stupenda Pinacoteca del primo piano, con come prima tappa obbligata la Sala 20, ad ammirare lo straordinario Polittico di Torchiara di Benedetto Bembo. Con al centro un tripudio d’angeli a far da corona a una esile madonna e a un delizioso Gesù bambino dall’occhio furbetto. Proseguo e nella successiva, la Sala 21, scelgo la soave e poetica Madonna con Bambino o Madonna del libro di Vincenzo Foppa. Le caratteristiche di un’icona per un’opera di straordinaria plasticità che regala l’illusione di scaturire da un modello scultoreo. Salto fino alla Sala 24 e, per la mia terza cartolina, non ho dubbi: la tenerezza dei gesti e dello sguardo materno nella Madonna con bambino di Antonio Allegri detto il Correggio.

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Ma ho cominciato dicendo che il Castello fa da cornice per il Natale milanese. Eh sì! Intanto: gli Oh Bej! Oh BejDal 5 all’8 dicembre ritorna il più tradizionale e popolare degli appuntamenti della settimana di Sant’Ambrogio, la fiera degli Oh Bej! Oh Bej! trasferita dal 2006 sul perimetro del Castello Sforzesco nel tratto compreso tra viale Gadio e piazza Castello.

Si aspettano oltre 450 espositori e due terzi circa faranno parte della tradizione: rigattieri, fioristi, artigiani, mestieranti, venditori di stampe e libri, maestri del ferro battuto, rame e ottone, giocattolai, rivenditori di dolci, poi i tradizionali e irrinunciabili caldarrostai i Firunatt con le loro castagne infilate e affumicate, i produttori di miele e molto altro.

Gli Oh Bej! Oh Bej! già il più classico preludio meneghino alla tradizione di Natale che risale al 1510 quando il rappresentante del papa, Giannetto Castiglione, Primo Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, per imbonire i milanesi, ostili a Roma, distribuì a tutti i bambini dei grandi pacchi di dolciumi che, pare, furono accolti dal grido felice e stupito Oh Bej! Oh Bej!

Ma dimentichiamo per un attimo lo sfavillante Natale del centro di Milano, fatto di luci, negozi, regali e parliamo del Natale e di quello che è stato il suo significato nel corso dei secoli. Sappiamo che dal IV millennio a. C. molte civiltà celebravano, il 25 dicembre, la nascita di divinità legate al sole: dal 22 al 24 dicembre infatti, quando la notte è più lunga, sembra che il sole si fermi (solstizio vuol dire “sole-fermo”), per poi, il 25, riprendere il suo cammino. A quella data, in Egitto si festeggiava la nascita di Horus (nato da Osiride); presso i Babilonesi, il dio Tammuz; in Grecia la nascita di Dionisio; in Siria quella di Adone; in Persia quella di Mithra, mentre il 25 dicembre presso i popoli precolombiani, in Messico veniva al mondo Quetzalcoat e nello Yucatan, Bacab.

In Italia oltre a Papà Natale e ai suoi folletti, fagocitati dalle tradizioni nordiche con il loro corteo di abeti, palline multicolori, candeline molto belle – mia nonna era alsaziana e la mia infanzia è costellata di ricordi di rami che s’incendiavano pericolosamente – e forse quindi meglio le lucine, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre si celebra anche la Nativitas Domini, ovverossia la nascita di Gesù.

Una bella festa, formalizzata dalla Chiesa in seguito al Concilio di Nicea del 325 d. C. – per il giorno del 25 dicembre – molto probabilmente per soffocare il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dell’invincibilità del sole ufficializzata dall’imperatore Aureliano nel 274 d. C., in seguito alla diffusione a Roma del culto del dio persiano Mithra (già citato sopra) divinità, appunto, della luce e del sole.

Festa che, a sua volta, aveva soppiantato i Saturnalia, giornate carnevalesche dai connotati orgiastici, dedicate all´insediamento nel tempio del dio Saturno e alla mitica età dell´oro che, da Domiziano si festeggiavano dal 17 al 23 dicembre.

Ma le origini di tale festività ci riportano a tempi più remoti, quando contadini, pastori e cacciatori – che vivevano in simbiosi con il ciclo delle stagioni – celebravano la notte più lunga dell’anno, il solstizio d’inverno, che cadeva (e cade tuttora) il 21 dicembre.

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La scelta del 25 dicembre fu quindi del tutto convenzionale, non c’erano nei Vangeli riferimenti temporali rispetto alla Natività (in realtà non si sa neppure l’anno preciso). Pertanto ciò che dà valore profondo alla ricorrenza è il senso che le si attribuisce, secondo la Chiesa Cattolica: «Noi crediamo e professiamo che Gesù di Nazareth, nato ebreo da una figlia d’Israele, a Betlemme, al tempo del re Erode il Grande e dell’imperatore Cesare Augusto, di mestiere carpentiere, morto crocifisso a Gerusalemme, sotto il procuratore Ponzio Pilato, mentre regnava l’imperatore Tiberio, è il Figlio eterno di Dio fatto uomo».

Ma ci sono altri appuntamenti natalizi con il Castello a fare da fondale

Come il Babbo Running, lo street-show metropolitano più allegro e colorato del Natale milanese? Sabato 14 dicembre per il terzo anno si avrà la marcia dei Babbi Natale, con tutti i partecipanti vestiti da Santa Claus e quindi con tanto di cappello ad hoc e barba bianca – che ha riscosso grande successo nel 2012. L’appuntamento per i partecipanti è in Piazza Castello dove sarà montato il Babbolandia Village, un’area attrezzata che proporrà animazione, show, Dj set e intrattenimenti per tutte le età. Alle ore 15.30 il fischio di partenza. Una manifestazione buffa, e un po’ pazza, per le strade cittadine. All’arrivo ristoro, relax a suon di musica e premiazione: coppe per i primi classificati e per gli altri premi a estrazione.

Tratto da www.mentelocale.com


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