Ci avevano provato con "Un Natale Stupefacente" - primo, vero, lungometraggio della coppia - raggiungendo un risultato discreto, ma ancora lontano dalle migliori possibilità: con delle gag e delle battute trafugate molto dal repertorio storico del duo comico romano e una sceneggiatura scritta forse con meno impegno rispetto a quanto ci si potesse aspettare. Anno dopo anno, tuttavia, i progressi sembrano crescere costantemente e con "Natale Col Boss" si arriva forse ad un equilibrio di commedia che non permette ancora, magari, di chiudere il cantiere, ma probabilmente di poterne ipotizzare una risoluzione a brevissimo. D'altronde un impalcatura così solida non si vedeva in questo genere di prodotto praticamente da decenni ed è superfluo rimarcare che la fonte d'ispirazione non sia del tutto originale, ma presa in prestito dai classici americani anni '80 (riferimento esplicito sia di umorismo che di qualità per i due protagonisti principali). Volfango De Biasi sa andare incontro egregiamente alle caratteristiche e all'ironia dei suoi protagonisti, scrivendo e dirigendo una pellicola che segue alla lontana la scia fantasma di "The Blues Brothers" e catapulta goffamente e casualmente i chirurghi plastici di Lillo & Greg in una realtà più grande e crudele di loro: con la camorra che vuole ucciderli per via di una plastica facciale andata male e che ha trasformato il loro boss in Peppino Di Capri, anziché in Leonardo DiCaprio.
Di progressi però con la sua creatura Aurelio De Laurentiis ne ha fatti tanti, bisogna riconoscerlo. E nonostante gli incassi non lo abbiano ancora ripagato totalmente degli sforzi e della buona volontà, il suo film di Natale continua a migliorare e a fare passi in avanti, senza mai tornare indietro a riprendere i panni svestiti. Segnale che testimonia quanto anche da parte sua ci sia voglia di rottamare un certo tipo di comicità scadente e di cattivo gusto, per fare largo, magari, a quella dissacrante e irresistibile di due cavalli di razza come Lillo & Greg. Il tutto, chiaramente, pubblico permettendo.
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