Il 25 Dicembre festeggia il tuo Natale in Capannina.
Cena alla carta e dalla mezzanotte discoteca.
Il tuo Natale in Versilia è a La Capannina di Franceschi, la discoteca regina d’Inverno della costa. Previsto il tutto esaurito, come ogni anno la sera di Natale.
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In più grazie a questo blog, puoi seguire La Capannina di serata in serata, di foto in foto, di video in video. Basta cliccare “Mi piace” o “Segui” qui sotto:
Notte di Natale in Capannina.
- Sala Centrale: Stefano Seppia Dj
- Live Show: BORGHI BROS
- Privee: Stefano Natali DJ
- Piano Bar: Stefano Busà
Natale in Versilia, Natale in Capannina.
Martedì 25 Dicembre appuntamento con ‘Natale in Capannina’, un must da almeno 30 anni per una serata da prenotare adesso, visto l’altissimo numero di richieste già pervenute.
Natale & Capannina secondo wikipedia.
Natale
Il Natale è una festività cristiana che celebra la nascita di Gesù (“Natività”). Cade il 25 dicembre per la maggior parte delle Chiese cristiane occidentali e greco-ortodosse, per la cristianità orientale cade il 6 gennaio e il 7 gennaio nelle Chiese ortodosse slave e copte le quali adottano il calendario giuliano.
Secondo il calendario liturgico, è una solennità di importanza superiore all’Ascensione e alla Pentecoste, ma inferiore alla Pasqua, la festività cristiana più importante. È comunque la festa più popolarmente sentita tra i cristiani; tuttavia, in tempi più recenti ha assunto tra le popolazioni di cultura occidentale anche un significato laico, legato allo scambio di doni, alla famiglia e a figure del folclorecome Babbo Natale.
Sono strettamente legate alla festività la tradizione del presepe, di origine medioevale, e l’addobbo dell’albero di Natale, diffusasi successivamente a partire dal Nord Europa.
Il termine italiano “Natale” deriva dal latino cristiano Natāle(m), per ellissi di diem natālem Chiristi (“giorno di nascita di Cristo”) a sua volta da latino natālis derivato da nātus (“nato”), quindi dal participio passato nāsci (“nascere”), risalente a *gnasi incoativo della radice verbale indoeuropea *gen-/*gnē (“generare”, da cui anche il latino genĕre e gignĕre e il greco antico γίγνομαι, ghìgnomai).
La Capannina
La Capannina di Franceschi, detta semplicemente La Capannina, è uno storico locale di Forte dei Marmi in provincia di Lucca molto famoso negli anni sessanta e settanta.
Fu aperto nell’agosto 1929, quando Achille Franceschi, albergatore del posto, allestì un capanno sulla spiaggia, fino ad allora usato da un falegname come rimessa di attrezzi, sistemando tavolini, un bancone per servire bevande e un grammofono a manovella[1].
Si dice che Franceschi abbia fondato il locale per giocare a carte con gli amici investendoci gli ultimi risparmi rimasti dopo le enormi spese per costruire un Grand Hotel ed un Casinò, falliti dopo soli due mesi. L’origine del nome sarebbe dovuta alla frase “Bello questo posto, sembra proprio una capannina” detta a Franceschi da una sua amica contessa[2].
Il locale ebbe un grande successo fin dall’inizio. In Capannina si ritrovavano nobili (Della Gherardesca, Rospigliosi, Rucellai, Sforza), intellettuali (Montale, Ungaretti, Primo Levi eLeonida Repaci erano ospiti fissi per l’apertivo prima del tramonto)[3] ed esponenti di spicco del regime fascista, da Ettore Muti[4] a Italo Balbo. Quest’ultimo in particolare amava planare con il suo idrovolante direttamente davanti al locale e fu tra i primi a sorseggiare il famosissimo cocktail Negroni[5]. In breve La Capannina divenne uno dei più prestigiosi ritrovi dell’Italia estiva.
Dopo un grosso incendio, avvenuto nel 1939, La Capannina fu completamente ricostruita su progetto di Maurizio Tempestini (1906-60).
Negli anni del boom economico, il locale ospitò spettacoli degli artisti nazionali e internazionali più in voga (Edith Piaf, Patty Pravo, Ray Charles, Peppino di Capri, Fred Bongusto,Gloria Gaynor) ed ebbe come ospiti i maggiori industriali del momento (Agnelli, Barilla, Marzotto, Moratti)[6].
Dopo il periodo di massimo splendore negli anni sessanta-settanta, La Capannina fu ceduta da Franceschi a Gherardo e Carla Guidi, che tuttora gestiscono il locale nel solco della tradizione, senza aver effettuato rilevanti modifiche nella struttura che è praticamente ancora quella del dopoguerra.