Natalino Balasso: La Cativissima. Epopea di Toni Sartana

Creato il 17 novembre 2015 da Dismappa

Note di regia

Natalino Balasso


Biglietti disabile+accompagnatore a 10 euro
Il Teatro Nuovo è firmatario delManifesto dei Teatri accessibili e aderisce alla promozione Teatri 10 e lode


DIVERTIAMOCI A TEATRO. Da stasera a venerdì in scena al Nuovo "Cativissimo"

Balasso contro politici corrotti È il sindaco Toni Sartana, un Ubu Re in salsa veneta

Domani incontro con gli attori promosso da "L'Arena"

Simone Azzoni

La rassegna Divertiamoci a Teatro inizia al Nuovo questa sera alle 21 con La Cativissima. Epopea di Toni Sartana, la prima commedia di un progetto di trilogia che Natalino Balasso ha preparato per il Teatro Stabile del Veneto. La storia a cui si ispira lo spettacolo è quella di Ubu, re polacco che uccide pretendenti e reggenti per arrivare al trono. Niente Venceslao e niente terre del nord per l'attore Balasso ma un piccolo paese di campagna guidato dal sindaco Toni Sartana, che pur di avere il potere tradirà i compagni di partito mai sazio degli incarichi che via via conquisterà nella politica veneta: da assessore ai Schei alle brame per la vicina regione Giulia. Mai soddisfatto, come un pistolero violento, Sartana arraffa, compie delitti, trama, aiutato e istigato dalla moglie Lea, una sorta di Lady Macbeth ancora più crudele di suo marito. Sartana come il Mazzarò del Verga, che più ha e più vorrebbe avere. Un Ubu veneto che cerca la sua "roba" in un mondo che ha perso ogni valore di riferimento. Corrotto come un politico uscito dalla penna di Albanese, cinico e spietato come un antieroe da Spaghetti Western, Sartana-Balasso cerca il potere per il potere. Una sorta di ultràche ragiona solo con la violenza becera e volgare. Nessuna commedia sulla politica, ha dichiarato a Bassano in occasione dell'anteprima vista quest'estate. Ma un inserto in un progetto più ampio che parlerà di ascese, questa volta nella politica. L'attore, nei panni anche del regista, ha voluto mantenere la sua "opera al nero" dentro i canoni dello humour e della satira, intrisa di comicità amara e ineluttabile. Una commedia perché, come diceva Eduardo De Filippo, "l'unico modo per parlare oggi della tragedia del contemporaneo è la commedia". Dunque, che si pianga o si rida, a teatro vanno in scena gli specchi delle brutture e delle distorsioni del presente. Alla fine Ubu cadrà ma la sua caduta è attutita dalla gomma dell'ipocrisia sociale di chi cade comunque sempre in piedi. Come un cartone animato che non muore mai, "è la nostra cattiveria alla fine a non venir mai sconfitta", ha detto l'attore che ritorna a scegliere il teatro come strumento per comunicare al pari dei video che semina in rete (oltre 12 milioni di contatti in 11 anni della sua TeleBalasso). "Ho voluto curare anche la regia di questa commedia" ha spiegato Balasso, "perché, per una volta, credo di avere identificato un percorso che somiglia molto a quello che cerco che sia il mio teatro: popolare innanzitutto, perché sono dell'idea che se vogliamo che a teatro ci vadano tutti dobbiamo anche riuscire a parlare a tutti, pur cercando di non essere mai scontati". Ed è un lavoro che utilizza molto il collettivo. Balassoha volutocon se Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Stefano Scandaletti, Francesca Botti e Silvia Piovan. Lo spettacolo replica domani e giovedì alle 21 con aggiunta, per le numerose richieste, di una recita venerdì alle 19. La sfida è già vinta. Domani alle 18 incontro con gli attori, al Nuovo (ad ingresso gratuito) promosso dal giornale "L'Arena".