Nato oggi

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

L’intero mondo letterario internazionale festeggia in questo 7 febbraio il duecentesimo anniversario della nascita di Charles Dickens.

Per quel che ho potuto riscontrare giracchiando online, nessuno dei maggiori quotidiani italiani riporta la notizia di questa importante e significativa ricorrenza.

E dire che, coi suoi capolavori, Dickens potrebbe davvero essere nato oggi, e che romanzi quali “Tempi difficili” o “Dombey e figlio” potrebbero essere novità editoriali del momento, visto che raccontano meglio di tanti prodottini librari contemporanei le contraddizioni, le follie e le crudeltà dei giorni in cui viviamo.

Piuttosto che parlare del solito grande fratello o dei diti medi al superbowl come fanno Corsera e Repubblica, non sarebbe stato più sano inserire in home page un trafiletto su Charles Dickens – brevissimo, neh? – magari provando ad incoraggiarne la lettura e spiegando che la realtà socio-economica di David Copperfield è identica precisa a quella in cui, da qui a qualche annetto, tutti rischiamo di trovarci immersi? Varrà o no la pena di lasciar fuori l’ultimo tatuaggio sulle poppe di Rihanna per celebrare il papà di Oliver Twist?

A quanto pare, in Italia no. A quanto pare il gossip e l’evasione sono l’unica forma di cultura che la nostra classe dirigente è disposta a concederci. A quanto pare nemmeno i sei e più milioni di telespettatori sintonizzati su Roberto Saviano mentre legge una poesia lanciano un segnale che si ritiene degno di essere ascoltato.

E, proprio per questo, come reazione al tentativo di addormentarci tutti, oggi vale assolutamente la pena di ricordare, riscoprire e rileggere Charles Dickens.


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