Drammatico è stato certamente il risveglio dei Newyorkesi dopo il passaggio di Sandy, che ha comportato un black-out disastroso, a causa del quale sono saltati anche i generatori di energia elettrica di uno dei maggiori ospedali della città, il Tisch Hospital. Tramite l’impiego di centinaia di ambulanze, si è quindi reso necessario il trasferimento dei pazienti lì ricoverati -adulti e bambini, molti dei questi malati di cancro- alla struttura del Lower Manhattan. I presenti descrivono scene altamente concitate, con gli operatori costretti a portare in spalla i degenti dall’ottavo o nono piano, data l’inutilizzabilità degli ascensori, e con i pazienti più gravi tenuti in vita solo grazie a respiratori che funzionano a batteria. Seppur degradata a tempesta post-tropicale, Sandy continua ad essere pericolosa per oltre sessanta milioni di persone tra Stati Uniti e Canada. Otto milioni di abitanti rimasti, appunto, privi di corrente elettrica nella sola New York e loro malgrado sfollati.
Il ricordo corre veloce all’uragano Katrina, che nell’agosto del 2005 sferzò la città di New Orleans causando danni per 46 miliardi di dollari ed imponendo al governo americano di adottare una serie di misure volte ad evitare che quello scempio si ripetesse. Oggi, all’indomani del passaggio di Frankenstorm, New York si risveglia con danni ingenti, anche se non paragonabili a quelli prodottisi sette anni fa. Finora i danni stimati prodotti da Sandy sono pari a venti miliardi, cifra esattamente doppia rispetto a quella derivante dal passaggio del precedente uragano, Irene, che colpì gli Stati Uniti lo scorso anno ma pari alla metà dei disastri cagionati da Katrina.
L’atmosfera resta segnata dal timore che, muovendosi verso nord, l’uragano colpisca con uguale foga altre città. Sono sette le gallerie della metropolitana allagate a seguito del passaggio di Sandy-Frankenstorm, un esito imprevisto e dalle conseguenze pesanti, mai visto prima nei cent’anni di storia della subway americana. Al Battery Park l’allagamento ha raggiunto un livello di quattro metri, mentre nel 1960 con l’uragano Donna non aveva superato il metro. Chiusi anche i due principali impianti nucleari della Pseg, celebre compagnia del New Jersey.
Dopo che Barack Obama ha dichiarato lo stato di calamità per New Jersey, Long Island e per la stessa New York; non si può non notare anche come l’uragano abbia reso ben più difficili le operazioni di voto per le elezioni presidenziali. In Maryland, ad esempio, sono stati chiusi tutti i seggi mentre in Virginia sono pressoché irraggiungibili viste le avverse condizioni metereologiche.
Silvia Dal Maso