Nausea!
AVVERTENZA: Post potenzialmente schifosetto a causa dell'argomento trattato
Ho l'impressione che, durante la chemio, ciascuno abbia un effetto collaterale in particolare che lo tormenta. c'è chi si sente stanco da morire, chi magari ha problemi con l'afte, chi con dolori di stomaco, chi con le emorroidi e via discorrendo.
Il mio fu la nausea.
La prima chemio filò liscia come l'olio, e anche la seconda.
La terza portò con sé nausea e vomito.
Ricordo che, alcuni giorni dopo la terza terapia, ero al cinema e dovetti scappare di corsa per andare in bagno.
Fu uno di quei momenti che ti fa rendere conto che puoi fare lo sgarzolino quanto ti pare, ma sempre i conti con una realtà anomala devi fare.
Ben presto, di ritorno dal day-hospital, iniziai a dar di stomaco non appena mangiato. Presi la saggia abitudine di pranzare ogni volta con una caprese: era leggera, affievoliva il sapore metallico in bocca e mi consentiva di fare quello che dovevo fare a stomaco pieno. Ed è risaputo che se già sai che tanto dovrai stare male, tanto vale farlo a pancia piena.
Per le prime sei chemio, posso dire di non aver avuto nausea in senso stretto. Vomitavo e basta. E'capitato in varie occasioni di dover scappare mentre ero al telefono con qualcuno e di mollare la cornetta senza neanche dare spiegazioni: quando non c'è tempo, bisogna correre!
Nella seconda metà del mio percorso, il problema non fu solo il vomito, ma la nausea. Molti odori mi davano fastidio. L'odore di una braciola mi stomacava come poche altre cose. Tant'è che anche ora è difficile che io mangi carne di maiale. Smisi quasi completamente all'epoca.
La nausea, per altro, aveva anche una componente psicologica. Mi nauseava aprire il freezer. L'odore del ghiaccio mi ricordava la cuffia fredda, ad esempio.
La cosa che più di tutte, però, mi rivoltava lo stomaco era l'odore del day-hospital. Per diverso tempo dopo la fine delle terapie non sono riuscita a rientrare in day-hospital senza venire assalita da una violenta nausea.
Verso la metà delle mie dodici chemioterapie, iniziò ad intervenire una certa stanchezza psicologica. Ne avevo le tasche piene ed ero solo a metà strada. Iniziavo a stare male già la sera prima della chemio.
Arrivavo lì, mi sedevo sul lettino e prima ancora che mi infilassero l'ago dovevo dar di stomaco. Le infermiere mi prendevano in giro perchè non avevano mai visto nessuno che vomitasse PRIMA della terapia. La mia risposta stadard era "tanto succederà comunque, tanto vale che mi porti avanti col lavoro!"
Alla fine, però, decisero che una che vomita tre volte prima ancora di vedere l'ago non sta bene, e così si stabilì di stordirmi col valium.
Ah, che scene! Dormivo tutto il tempo e uscivo barcollando. Mamma, sempre molto carinamente, mi aveva soprannominato "quella tossica di mia figlia"...che tutto sommato era sempre meglio di "Bastoncino Findus!"
Dopo tre chemio in stile Bella Addormentata nel Day-Hospital, decisi che non si poteva andare avanti così. Non era normale. Mi tirai su di morale e riuscii a non stare più male con largo anticipo rispetto alla tabella di marcia.
Purtroppo, però, la nausea presto fu quasi costante. Facevo chemio ogni due settimane e mi trascinavo vomito e nausea per dieci giorni.
Non sempre fu colpa della chemio, devo confessarlo.
Una volta uscimmo a cena io, il mio ex, mia sorella e mio cognato. Un bicchiere scarso di vino per me è troppo in ogni caso, figuratevi in quelle condizioni!
Arrivata sotto casa, mi precipitai in ascensore, con mia sorella alle calcagna.
"Ti senti male?"
Feci cenno di si con la testa. Non era il caso di aprire bocca per rispondere.
"Ok, ti faccio notare che siamo in ascensore. Trattieniti che altrimenti finisce male, specialmente per me! Fai un bel respiro e pensa ad altro!"
Ora, io il bel respiro lo feci. Però vomitai in ascensore lo stesso. Una roba apocalittica. Mia sorella venne mancata per un soffio, solo perchè si appiccicò tipo Spider-Man contro la parete dell'ascensore.
Arrivati al piano, mio padre aprì la porta. Provai a tornare in casa ma non sarei mai arrivata in bagno per tempo. Continuai a dar di stomaco in ascensore, con le porte che mi si chiudevano addosso e mio padre che mi guardava allucinato.
Una volta finito, mi ricomposi in fretta. Avete presente i gatti quando si scapicollano e poi si leccano con molta naturalezza, come se nulla fosse? Uguale.
Mamma si affacciò, guardò bene la situazione, si girò verso mio padre e disse:
"Io devo fare la doccia. Ci pensi tu a pulire?"
Partirono prese in giro infinite, specialmente da parte mia, che dopo questo piccolo intoppo ero di nuovo in formissima.
Ricordo che Nipotonzolo Numero Uno (che aveva quasi 3 anni) mi guardò a metà tra lo schifato e il preoccupato e disse:
"Zia, perchè hai gomitato in assensore? Non si fa...!".
In tutto questo la cosa divertentissima fu che il giorno dopo doveva fare terapia. Ed ero ancora un filino alticcia.
La mattina seguente, nel mezzo minuto che mi ci volle per entrare dentro e fare il prelievo, questa storia aveva già fatto il giro del day-hospital: mamma non aveva molto chiaro il concetto di "privacy"...
La lezione fu presto chiara e condivido con voi una lezione di vita: il vino rosso, durante la chemio NO. Neanche col contagocce.
Per trovare una soluzione alla nausea, l'ematologa mi consigliò lo Zofran: una simpatica pasticchina da sciogliere sotto la lingua non appena iniziava la nasuea. Ne ho provate tre prima di buttare la scatola. Alla fine il collegamento tra il sapore della pilloletta (a metà tra la fragola e la plastica) a farmi dare di stomaco.
Alla fine mi rassegnai con molta buona grazia. Evidentemente, c'era poco da fare e comunque per me era già una gran cosa non stare più male prima della chemio. In tutta onestà devo dire che comunque il vomito non lo vedevo come un problema vero e proprio perchè subito dopo mi sentivo molto meglio. La nausea fu sicuramente più fastidiosa.
Ok, per oggi vi ho sicuramente disgustati abbastanza, però dato che tanti di voi che mi leggono stanno facendo, o hanno fatto, chemio, mi è sembrato giusto parlare anche di questo!