Era una sera fredda di Febbraio ed eri passata qui per trovare un po' di pace, in quel parcheggio, seduta su una panchina, per mettere una pietra sopra a tante cose. Il tuo piano originario era il giro completo ma eri stanca e ti sei accontentata di ciò che pensavi potesse essere un buon compromesso.
Ne sono dovuti passare di mesi finché quella pietra si sedimentasse e comunque lì non ci sei più stata.
Oggi, dopo averlo visto da un'altra prospettiva e con uno spirito più leggero, ti sei decisa a tornare lì. Hai parcheggiato e ti sei seduta sulla stessa panchina. L'hai guardato e hai capito che i luoghi rimangono sempre gli stessi, sono le persone che cambiano e li vivono in modo diverso.
Ora so che nessuno potrà mai portarmelo via, che ogni volta che lo vedo mi rilassa e calma, perché è la mia casa. Perché è dove sono cresciuta. Sono risalita in macchina e ho deciso di fare quel tour, la mia musica in sottofondo e chissenefrega se posso sembrare tamarra. E i ricordi, anche quelli più lontani, hanno cominciato a riaffiorare.
Guido col sorriso mentre lui mi tiene compagnia, alla mia sinistra. Il mio lago. Nessuno potrà mai modificare questa mia verità. Ora lo so e posso finalmente tornare a casa.