Soffia il vento gelido sul Nord dell'Europa e le folate giungono pure in Italia, con buona pace delle Alpi. A Treviso si avvia a concludersi anticipatamente la gestione di coach Franco Smith che già ad inizio stagione aveva comunicato che quella in corso sarebbe stata l'ultima annata alla guida della Benetton Treviso: i risultati non arrivano, le prestazioni dei Leoni sono altalenanti e mediocri rispetto alle stagioni precedenti (eh, le aspettative bisogna saperle gestire), qualcosa deve essersi non rotto, ma inceppato nei corridoi della società veneta (mancano fame e grinta, non ci sono scuse, commentano da Amerino Zatta a Vittorio Munari). Ciò non ci leva il tarlo dalla testa che la grande incognita sia il futuro del rugby italiano d'alto livello: cosa accadrà da maggio 2014 in poi? Tra scosse e placche rugbistiche che si smuovono, quali ripercussioni si registreranno sui singoli campionati? Le domande non hanno ancora risposte a dimostrazione che all'orizzonte potrebbe celarsi un profondo cambiamento. Non è forse tempo di previsioni a lungo termine quanto piuttosto di tenere la barca a galla, navigando a vista.
I Leoni volano a Belfast per affrontare il capolista Ulster nella Pool 5, quindi ospiteranno i nordirlandesi a Monigo, quindi Smith saluterà giocatori e pubblico e cederà la plancia di comando a Marius Goosen. Le Zebre invece accolgono a Parma i Saracens (Pool 3) a caccia di punti pesanti per il face to face con il Tolosa che è primo in classifica con un margine di quattro lunghezze (9 a 5). La franchigia federale chiude a quota zero e ha alle spalle una delle prestazioni più insufficienti dell'anno con il match casalingo contro il Connacht: in Pro12, la squadra di Galway insegue i parmensi, ma i numeri in sé non raccontano alcunché. E' una questione di commitment (il Connacht nel recente passato ha saputo prendersi lo scalpo degli Harlequins, segando le ambizioni di qualificazione ai quarti dei londinesi) ed è quello che manca, per un motivo o per l'altro, lungo la penisola, con effetti visibili sugli Azzurri. Decrescita (in)felice, parte seconda.