NBA day by day: Wiggins è in ritmo

Creato il 11 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nella notte NBA gli Atlanta Hawks ospitano i Minnesota Timberwolves in una partita pazza e divertente, eccezionale spot per chi denigra la regular season NBA guardando unicamente i Play-off

Tutte le squadre sono partite forte quest’anno, dando vita ad una serie di partite combattute ed in bilico fino alla conclusione, sarà per una concomitanza di eventi, per l’allineamento dei pianeti o per altre circostanze ignote, ma questa stagione sembra giocata fin dall’inizio con le marce alte, ciò potrebbe essere un problema per l’interminabile diaspora NBA di 82 partite (che si concluderà poi con i Play-off promessi) a cui i giocatori saranno sottoposti. Per evitare problematiche sempre più comuni di infortuni (emblematica l’ecatombe della scorsa post-season NBA) si sta valutando la possibilità di ridurre il numero di partite e con la gestione Silver, tra qualche tempo, ciò potrebbe succedere. Questa è stata una partita del genere. I T’Wolves riescono quasi a farsi rimontare da un vantaggio di 30 punti maturato già nel secondo quarto. Gli Hawks sfiorano l’impresa con una rimonta propiziata dalla difesa, ma vengono respinti dal talento dei giovani dei T’Wolves.

I T’Wolves aggiungono una vittoria in questa serie di trasfert,e che li ha già visti trionfare a Chicago: in comune nelle due vittorie la prestazione di Andrew Wiggins, prima scelta assoluta dei Cavaliers all’ NBA draft dello scorso anno, poi ceduto ai T’Wolves (grazie ad una discreta pressione sulla dirigenza da parte di LBJ) insieme ad Anthony Bennett per Kevin Love. Il ragazzo canadese non è ancora troppo affidabile dalla lunga distanza (pur avendo un bel movimento di tiro ed avendo fatto progressi rispetto alla passata stagione), ma in penetrazione ha una forza ed un controllo del corpo simile a quello posseduto dal giovane Kobe Bryant. Due partite sopra i trenta punti non provano che sarà un futuro dominatore dell’ NBA, ma sono indizi. Indizi che si aggiungono a quelli della scorsa stagione, che iniziano a diventare parecchi. Ciò che impressiona del ragazzo è che sia totalmente altruista e umile, anzi, i veterani e lo staff dei T’Wolves spesso lo incoraggiano a prendersi più tiri e più conclusioni personali, ‘problema’ che Kobe non ha mai avuto. Se mantiene poi questa attitudine difensiva (caratteristica vincente di gran parte della squadra, a differenza della scorsa stagione) potrebbe far rimpiangere a qualcuno di Cleveland la decisione presa. Segna gli ultimi 7 punti della squadra dal campo, tutti in isolamento, tendenza che potrebbe non pagare su un campione più ampio di partite.

La giocata della notte #NBA è di Andrew #Wiggins https://t.co/1yE488d0M5

— Retròsport (@Sezione_Sport) November 10, 2015

Altra nota positiva dei T’Wolves di questa stagione è l’inizio di Ricky Rubio, che ha ormai meccanizzato il palleggio arresto e tiro da due punti e sta lavorando duramente sul tiro da tre, che le difese NBA tendevano a lasciargli. Lavoro sul tiro dalla lunga distanza ormai necessario nell’ NBA moderna, dove i playmaker devono assolutamente essere in grado di tirare da tre punti, mantenendo così il difensore vicino e quindi più facilmente battibile dal palleggio e meno attivo sulle linee di passaggio creabili dal play. Giocatori come Rajon Rondo e John Wall sarebbero infatti ancora più determinanti se avessero quest’arma in più nel proprio arsenale, non tanto per i meri tre punti in più, ma per le nuove opportunità che si aprirebbero per loro e per la squadra.

Importante nelle ultime due partite il contributo di Bjelica (la prestazione contro Atlanta nel video sotto). L’allenatore lo fa giocare da ala grande e difensivamente soffre contro i più grossi ed esperti Millsap ed Horford, ma in attacco palleggia e tira come una guardia ed è fondamentale nella vittoria dei Wolves. Nell’orchestra T’Wolves stona ancora LaVine. Anche se in attacco è meno confusionario del solito ed è un’opzione interessante in transizione, in difesa non riesce a muovere i piedi e viene ripetutamente attaccato e battuto dal palleggio da Jeff Teague e Schroeder. Nota a margine: Karl-Anthony Towns continua a convincere dopo ogni sua partita, stavolta per quello che fa in difesa (chiude comunque con 17 punti e 5 su 7 dal campo).

”Professor Big Shots” Nemanja @Bjelica88 11 points, 5 rebounds, 4 assists vs Hawks https://t.co/OAF1bYgrEz

— Želimir HBK (@ZeljkObradovic) November 10, 2015

Gli Hawks prima di questa gara avevano un record di 7 1 e sembrano in grado, pur con l’importante partenza di DeMare Carroll (migliori dei suoi agli scorsi PO), di replicare l’eccellente stagione dello scorso anno. Chiave del successo è l’allenatore: coach Mike Budenholzer, anche president of basketball operations degli Hawks, ricopre sempre più il ruolo che Popovich (con cui ha trascorso circa 18 stagioni) occupa a San Antonio, cioè quello di despota illuminato, più importante del proprietario della franchigia stessa (neo proprietario/i per quanto riguarda Atlanta). La filosofia di gioco è infatti simile a quella degli Spurs, adattata in funzione dei diversi interpreti. Punto di forza di questi Hawks sono i due lunghi titolari: Al Horford e Paul Millsap, capaci di mettere palla a terra conducendo il contropiede ed aprire il campo in attacco e di cambiare agevolmente in difesa nelle situazioni di emergenza. L’innesto di Thiago Splitter (proveniente proprio da San Antonio, dove è stato utilissimo in questi anni) ha aggiunto qualità ad una panchina di per se già molto buona ma che doveva rinforzare il reparto lunghi dopo il ritiro di Elton Brand e l’addio di Pero Antic.

Dopo due quarti da incubo e dopo uno dei time out più aggressivi da quando Budenholzer allena gli Hawks, la squadra si riprende, gira un paio di viti in difesa e riesce a recuperare uno svantaggio di circa trenta punti, giocandosi il finale dell’ultimo quarto alla pari. Millsap è il fautore della rimonta e probabilmente il giocatore più importante di questi Hawks, anche se spesso sottovalutato. Kent Bazemore è autore di una prestazione positiva ma avrà la sfortuna di essere paragonato per tutta la stagione (e per i quasi sicuri PO) a Carroll. Anche se l’incredibile rimonta non si è alla fine concretizzata, gli Hawks rimangono in cima alla eastern conference e pur considerati dai social media con poco talento “puro” rimangono una delle squadre da battere.

Ci si dimentica facilmente che questo gruppo di giocatori appena messo insieme è riuscito ad arrivare alle ECF, perdendo 4 a 0 contro i Cavs, ma con circa metà gruppo infortunato.

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