Nei suoi confronti pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi Flavio Accurso con la quale, insieme ai suoi genitori gia’ in carcere, e’ accusato di aver esercitato violenze, minacce e forti pressioni psicologiche, compresa la prospettiva di non farle vedere piu’ i figli, nei confronti di Maria Concetta Cacciola, per indurla ad interrompere la collaborazione che aveva avviato nel maggio del 2011.
La trentunenne aveva fatto arrestare undici affiliati alla cosca Bellocco di Rosarno ma i familiari l’hanno poi costretta a registrare un file audio in cui sosteneva di essersi inventata tutto. Dopo una breve parentesi in cui era tornata a casa per rivedere i figli, si era nuovamente convinta a continuare la collaborazione con la giustizia. Proprio mentre stava perfezionando le pratiche per portare nella localita’ protetta anche i figli, si e’ suicidata ingerendo acido muriatico. Secondo l’accusa, il gesto estremo e’ stato indotto dalle pressioni della famiglia.