Dalle dichiarazioni, durate quasi 4 ore, è emerso che il boss Rocco Maiolo del vicino comune di Acquaro (poi scomparso nel 1990 per “lupara bianca”) avrebbe incassato a titolo di estorsione 40 milioni delle vecchie lire, e che tra i suoi obbiettivi era presente anche la strada provinciale che dal carcere conduce al paese di Arena. Il titolare dell’impresa che gestiva i lavori fu prima ferito in un agguato e poi, secondo il pentito, costretto a pagare 14 milioni al mese al clan Maiolo per continuare l’opera in costruzione.
Lioelo ha parlato anche di coloro che ci hanno rimesso la vita con “la lupara bianca”. Ha fatto i nomi dei boss Antonio e Rocco Maiolo, Antonio Donato, Raffaele Fatiga, Placido Scaramozzino (seppellito in campagna ancora vivo), Giovanni Stambè e Salvatore Gallace. Gli ultimi due, sarebbero stati eliminati dagli Altamura, a capo della ‘ndrangheta di Ariola.
Anni e anni di soprusi e vessazioni perpetuate dalle cosche, radicate ormai nel territorio e nel tessuto sociale. Secondo gli inquirenti, le parole del pentito rappresenterebbero solo una minima parte dei loschi affari in cui queste ultime sarebbero coinvolte.