Spagna - Italia 4-0
Distrutti dalla Spagna, ma non solo dalla Spagna. Difficile pronosticare la Nazionale azzurra nella finale del Campionato Europeo. Viste le premesse vanno tutti applauditi non solo per l'apprezzabile piazzamento finale, ma anche per avere riavvicinato gli italiani ad una Nazionale che faceva molta fatica a ritrovare interesse e passione intorno a sè.
Dispiace un po', però, non aver potuto giocare alla pari con gli iberici la partita conclusiva per tutta una serie di errori commessi da Prandelli, sia nel varare la formazione iniziale che nei cambi in corso d'opera. Va detto che il CT azzurro ha dato da subito la sensazione di essere in qualche modo sensibile alle "logiche bianconere". Prendiamo ad esempio il caso di Marchisio. Il centrocampista juventino è certamente un ottimo giocatore e ha disputato una grande stagione. Questo, però, non giustifica lo status di "inamovibile" assegnatogli da Prandelli nonostante le brutte prestazioni offerte lungo tutto il torneo. Anche questa sera Marchisio è stato "l'uomo in meno" degli azzurri, forse sarò di parte, ma non mi spiego perchè Nocerino abbia trovato spazio solo per qualche scampolo di partita evidenziando, peraltro, una buona condizione in quegli stessi spezzoni di gara.
Riguardo la formazione di partenza di oggi, e la sensibilità di Prandelli riguardo le logiche bianconere, ha destato più di qualche perplessità anche la scelta di schierare un acciaccato Chiellini sulla sinistra, scelta che è costata il vantaggio spagnolo e il primo cambio obbligato dopo appena un quarto d'ora. Per completare il capolavoro, Prandelli ha pensato bene di mettere in campo nella ripresa un altro dei suoi inspiegabili chiodi fissi: quel Thiago Motta lentopede, anche lui in precarie condizioni tanto da lasciare la squadra in dieci uomini per oltre mezz'ora.
Battere questa Spagna era impresa estremamente ardua, con queste premesse non poteva che finire così.