Ne valeva la pena fare la Rivoluzione nel 1789?

Creato il 08 maggio 2011 da Gianpaolotorres

Felix Vallotton (1865-1925) + “Le diner”+

Ne valeva la pena fare la Rivoluzione nel 1789?

Ho letto negli ultimi giorni che anche negli USA la cosiddetta “classe media” si stà alleggerendo nel portafoglio e che gli americani ce l’hanno dura per avere uno stipendio tale da permettere di confrontarsi con il continuo aumento del costo della vita.

Due recessioni, crolli vari del mercato azionario,ed un alto tasso di disoccupazione stanno mettendo a rischio il mito dell’impiegato medio.

Al ritmo dei nuovi posti di lavoro che si van creando oggi,si tornererebbe al pieno impiego solo nel 2018.

A peggiorar le cose, un altro dato,l’impiegato, che nel 1980 rappresentava il 52% degli occupati totali è sceso al 42% nel 2010,perdendo punti non per salire di gradino, ma purtroppo per scendere verso coloro che stan peggio,i quali si collocano al 41%.

17 milioni di diplomati si devono accontentare di posizioni di lavoro inferiori alle loro qualifiche ed aspettative, e se volete anche la ciliegina sulla torta,l’anno scorso, ad aumenti di stipendio nominali del 1,7% si è contrapposto un aumento dei prezzi del 2,7%.

Nel 1980 stipendi e salari rappresentavano il 60% del reddito personale e sono scesi nel 2010 solo al 51%.Cioè le spese sono aumentate e se prima ti restava in sacoccia il primo dato,ora ti resta solo il secondo.

Mentre gli aiuti governativi arrivano  a valere in percentuale di punti di reddito personale il 18,4% nel 2010,che ricordano i livelli molto alti del dopo guerra, in confronto al 11,7 % del 1980.

Per farla breve,in cima alla piramide troviamo un sacco di quattrini e di potere in mano a pochi,ed al centro della scala sociale, dove batteva il cuore,vigeva la stabilità,e regnava l’anima di una grande società si afferma un crollo di ideali e un gran senso di vuoto.

La continua perdita di prosperità del ceto medio livella tutti verso gli strati poveri del paese, dove già esiste una moltitudine di persone intimorite di perdere quel poco che possiedono e di franare nel nulla.

Più degli 80% degli americani intervistati dicono che l’economia ha un brutto aspetto al momento,con la disoccupazione come prima causa di angoscia.

Il 17% afferma che le cose non vanno così male,ma a dire che và veramente bene, resta solo un misero 1%.

Saranno sinceri e.. pessimisti?

Hanno risposto più o meno con le stesse percentuali riscontrate già nel 2008,alla vigilia delle elezioni che vinse poi Obama.

Ed in molti danno la colpa a Bush ed alle sue spese che hanno fatto sforare il budget.

Dopo la disoccupazione,se volete saperlo, ecco le altre paure.

Al secondo posto si colloca il deficit federale,col 28% degli intervistati+

Al terzo,l’aumento del prezzo dei carburanti e gas per riscaldamento col 21%, seguono poi le spese riguardo i mutui casa,col 6%,ed infine le tasse,4% +

E noi come la viviamo questa decadenza del ceto impiegatizio?

In primis che si debba accettare qualche compromesso sul lavoro.

Purtroppo siamo stati in tanti,tra i maturi, ad essere fatti uscire alla meno peggio dal mondo del lavoro.

Ma il futuro di ogni paese sono i più giovani+

Non posso non dimenticare quando l’erede di casa Fiat,Giovannino Agnelli,scomparso alcuni anni fa,andò in Piaggio a lavorare sotto identità mimetizzata per alcuni mesi alla catena di montaggio o quasi.

Direte che se lo poteva permettere,certo,ma fù anche un gesto di grande umiltà.

Avrà forse pensato che c’era anche qualcosa da imparare,ne convenite?

Se le cose vanno male per trovare un impiego, proviamo a voltare la frittata e tentare di vedere le cose da un altro lato.

Ho i titoli ma non l’esperienza.Vengo anche da buona famiglia.I miei sono conosciuti in città.

Ed io vado ad aiutare il verduriere a scaricare cassette sinchè le cose non cambiano.

Vado a riempire l’intervallo di riposo quotidiano che spetta alla badante.

Chiedo di fare il distributore di volantini del supermercato.

Amici,non rubate nulla a nessuno.

Se qualcuno vi riconosce tanto meglio.

Diranno di voi,ma guarda che giovane responsabile che non vuole pesare sul budget dei suoi genitori.

Chi lo avrebbe pensato che ci sono ancora dei figliuoli dotati di simile modestia e buona volontà.

Ed invece?

Oggi come ieri,la musica non cambia.

Ieri c’era più lavoro ma le famiglie non potevano dare quello che invece si dà oggi. Oggi son tutti o quasi, almeno padroni di casa e dotati di quei risparmi che invece ieri non c’erano.

Direte che lo stipendio non basta,ma almeno si può attingere da qualcosa di proprio in attesa di tempi migliori.Alla peggio,ne è fornita la vecchia mamma o il papà,o qualche fratello o sorella.

Nel passato,non per tutti è ovvio,tanti erano i figli e tanti gli stipendi che entravano in casa, si rinunciava anche a studiare per lavorare ed aiutare la famiglia.

E venivano favoriti i fratelli minori, quando le cose erano già in via di assestamento.

Ne ho un vecchio esempio anch’io di casa.

Una mamma era rimasta vedova.

Il primogenito era ottimo a scuola,ne conservo le pagelle del primo novecento.

I tempi erano quelli del libro Cuore.

E dovette accontentarsi di terminare gli studi col diploma di ragioniere,mettendosi, subito dopo, a lavorare e portando a casa uno stipendio che mancava alla mamma anziana.

Il più piccolo,invece, di sei- sette fratelli e sorelle, si laureò all’Università.

Le cose già lo permettavano, grazie al contributo dato in casa dai fratelli maggiori.

Non so, se mi sono spiegato bene. 

+

Fine.



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