Nebraska

Creato il 06 febbraio 2014 da Lamacchinadeisogni

GENERE: DRAMMATICO

RATING:  * * * +

TRAMA:

Dopo aver ricevuto una lettera dalla Mega Sweepstakes Marketing nella quale si sostiene che “Mr. Woodrow T. Grant di Billings, Montana” è il fortunato vincitore di un milione di dollari, Woody Grant è deciso più che mai ad andare a Lincoln, in Nebraska, per ritirare il premio, a costo di andarci a piedi. La famiglia cerca inutilmente di dissuaderlo spiegandogli che si tratta solo di un depliant pubblicitario. Ostinato come solo i vecchi sanno essere, non passa giorno che Woody non scappi di casa nel tentativo di raggiungere la sua meta, salvo poi essere raccolto da qualche poliziotto di turno che chiama la famiglia perché venga a riprenderselo.

L’ancora arzilla moglie, Kate Grant, orami esasperata chiede aiuto ai figli Ross e David. I due discutono a lungo se sia il caso o meno di metterlo in una casa di cura, ma David non è d’accordo e decide di assecondare la follia del vecchio padre per regalargli, ancora per qualche giorno, l’illusione di aver vinto. Si offrire così di accompagnarlo a Lincoln, in Nebraska per ritirare il premio. Sarà una lunga odissea familiare di 1.200 chilometri, tra cadute, innumerevoli soste per pisciare e dentiere smarrite, ma al termine del viaggio il premio sarà molto più che un milione di dollari …

(Regia: Alexander  Payne – anno 2013)

COMMENTO:

Stava per passare inosservato ma il nome di Alexander  Payne ha fortunatamente attirato la mia attenzione e sono andato a vederlo.

Il film è lento, i ritmi sono lenti, perché lenti sono i movimenti ed i pensieri dei vecchi, ma il soggetto è bellissimo! Un viaggio on the road per scoprire che in fondo tuo padre e tua madre non erano l’eroe e la principessa immacolata che pensavi. La meravigliosa storia a tratti dolorosa, a tratti commovente, di un figlio ormai adulto che decide di conoscere suo padre giunto alla fine del suo tempo. Un viaggio nel passato che porterà David a scoprire gli amori, le rivalità, i torti subiti, i segreti, i sogni e le illusioni dei suoi genitori.

Quante volte il gioco crudele dei ruoli familiari impedisce ai figli di avere un rapporto autentico e alla pari con il proprio padre? David Grant coglie forse l’ultima occasione che la vita gli mette a disposizione, vuole colmare questo assurdo fossato che lo separa da suo padre ed allacciare con lui una relazione più autentica. Chi sono i miei genitori? Qual’è la loro storia da uomini anziché da angeli? Perché siamo nati noi figli? Quali sono le ragioni della nostra chiamata?

Quattro case perse nel nulla fanno da sfondo a queste domande, un commovente percorso che nel suo dipanarsi concede anche qualche sorriso fatto di tenerezza.

Incredibile come quel paesino del Montana possa benissimo essere Pimentel, Tuili, o un qualsiasi altro paesino sperduto della Sardegna, l’unica differenza sono i paesaggi immensi e le attrezzature agricole enormi, ma per il resto … il bar come unico centro di aggregazione e divertimento, i paesani abbruttiti dalla noia e dall’ignoranza, una sedia piazzata sulla strada principale per assistere allo spettacolo della auto che passano, le donne che sembrano tutte belle come dee se paragonate alle pecore, ai maiali ed al bestiame che popola le campagne. E’ bello vedere come la desolazione e la provincialità siano di casa in tutto il mondo, compresi gli sfavillanti Stati Uniti d’America!

Perfetta la scelta del bianco e nero a rappresentare che non sempre la vita è a colori, e sicuramente non sono a colori la vecchiaia o le dinamiche familiari di quella stagione dell’esistenza.

Tutti, senza differenza alcuna, abbiamo bisogno di pensare o credere che le origini, i perché della nostra venuta al mondo, siano nobili, poetici, o importanti, affinché le nostre radici siano salde, le nostra fondamenta forti, salvo poi scoprire che la realtà è ben diversa e meno sacra di quello che immaginavamo: “a tuo padre piaceva scopare, tua madre era cattolica,  metti insieme le due cose e ….”, fai un po’ tu la somma, la conseguenza sono i figli. Il fatto è che sapere che quei puntini in sospensione sono “te”, o le ragioni della tua venuta al mondo, è proprio come ricevere un cazzotto in faccia, ma c’est la vie, altro che favole!

Le dinamiche familiari poi sono sempre le stesse, “Tuo fratello si che mi avrebbe difeso o sarebbe stato dalla mia parte! Tu ti preoccupi sempre di tuo padre”, il rimprovero di Kate Grant a David . Ma nonostante non si tratti della “famiglia del mulino bianco” (che tante soddisfazioni ha dato agli psicoterapeuti italiani), si percepisce chiaramente che quella dei Grant è una famiglia autentica ed in fondo si vogliono tutti un bene profondo!

Bellissimo l’episodio in cui i due fratelli, con uno sguardo complice, si ritrovano a rubare un vecchio compressore per rimediare all’ingiustizia che Ed Pegram, il socio disonesto, aveva inferto in gioventù al padre; quante volte nel venire a conoscenza di una ingiustizia subita in passato dai nostri genitori avremmo voluto trasformarci in vendicatori mascherati per proteggerli da quell’avversità o correggere un errore del destino?

Insomma, un film che sotto la crudeltà della vecchiaia nasconde tanta tenerezza e mostra come i mali della vita siano in realtà delle occasioni, delle opportunità per affrontare i nodi più autentici e delicati della nostra esistenza!



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