Necessariamente Foglie d’Erba

Da Gianni Tacchini @villaggiobirra

Il  Birrificio Foglie d’Erba “è” Gino Perissutti, friulano doc di Forni di Sopra, paesino arroccato ai 1000 mt. di quota, dove ha sede il birrificio. Siamo nell’Alta Val Tagliamento, nella regione alpina della Carnia, all’interno (o quasi) del Parco naturale delle Dolomiti Friulane, diventato il 26 giugno del 2009 uno dei 981 Beni Patrimonio dell’Umanità censiti dall’Unesco (193 dei quali, naturali). Indispensabile parlare del luogo per poter parlare di Gino e delle sue birre: birre che si distinguono per creatività, sapienza e tecnica birraria, ricerca e profondo legame con il territorio.

Sono birre che raccontano delle valli nelle quali vengono create e coccolate, che parlano di una ottima acqua, impiegata senza alcun tipo di trattamento previo, che ricordano il bosco nel quale “crescono”, un bosco certificato (PFEC) grazie alla gestione sostenibile delle risorse in esso contenute. E il bosco con i suoi aromi lo scopri (e lo apprezzi) in alcune delle sue birre, per le quali vengono usate essenze forestali raccolte direttamente nei boschi del Parco: lo racconta la Hopfelia, con il suo profumo resinoso del pino mugo che offre in dote alla birra i suoi aghi e le sue gemme; lo ricorda la Song From The Wood, una imperial porter per la quale Gino impiega gocce di resina sempre di Pino Mugo e lo descrivono con pienezza la Haraban e la Ulysses (aromatizzate con gemme di pino mugo e aghi di pino silvestre). Tutte birre certificate anch’esse PFEC.

Questo è Gino, queste le sue scelte produttive, fatte quasi sempre senza buttare l’occhio al “gusto del mercato”, rigorosamente orientate alla qualità: ricerca costante applicata ai vari ceppi di lieviti usati, materia prima, approvvigionata con  frequenza per garantirne la freschezza, acquisto di alcuni luppoli esclusivi direttamente dai contadini di Tettnang e della Yakima Valley, ed un uso accentuato di luppolo fresco in fiore (il 70%  del totale impiegato rispetto ai pellet). Tutto questo ha portato Gino e il suo Birrificio alla ribalta nazionale (Gino è stato eletto nel 2011 miglior birraio italiano dell’anno e molte sue birre sono state premiate al concorso Birra dell’Anno di Unionbirrai) ed Internazionale (molte sue birra hanno fatto man bassa di riconoscimenti in giro per l’Europa, anche negli ultimi mesi). Giustamente, quasi necessariamente, si potrebbe dire.

Tutto questo in pochissimo tempo: è del 2008, infatti, l’apertura del birrificio friulano, avvenuta dopo una ventennale esperienza che Gino si era fatto gestendo la birreria all’interno dell’albergo di famiglia, aperta fin dai primi anni ’90. Ha bruciato le tappe ma non ha fatto le cose in fretta, Gino, alle prese in questi ultimi mesi con l’ampiamento del birrificio, resosi indispensabile per poter soddisfare più e meglio la sempre crescente richiesta che il mercato rivolge nei confronti delle sue birre. La nuova, ennesima, scommessa per questo “birraio d’alta quota”.

Lasciamo a Gino presentare le birre che porterà alla spina al Villaggio:

BABéL” Pale Ale – 4,8° chiara luppolata e beverina;

HOT NIGHT AT THE VILLAGE” (ovviamente…) – Porter scura 5,5° equilibrata e di facile beva, con note di caffè, cacao in polvere e leggera liquirizia (come descrittore di birre sarei un disastro, lo ammetto);

A FREEWHEELIN’ I.P.A.” – Double I.P.A. ambrata da 8,5°, secchi di luppolo più o meno dosato, calcolato e calmierato;

CHERRY LADY” – Sour Ale con lamponi e ciliegie BIO, 5,5 gentile e molto leggermente Sour…

e…due anteprime per il Villaggio, che poi saranno in produzione fissa al nuovo birrificio:

“SE BEVEMO FORA ‘A BARACCA”, la collaboration per il Villaggio tra Gino e Simone del BirrOne

GOLEM” – Pilsner erbacea e discretamente luppolata, 4,8°;

GREEN WITCH” – Saison da 6,4° senza spezie e solo lievito…mi voglio far insultare dai belgi!!

Oltre alla collaboration, fatta solo per il Villaggio in “One Shot” da me e Simone (BirrOne), che magari terremo entrambi al reciproco banco e faremo a gara di spillatura per poterci insultare a vicenda, o metteremo in mezzo in un banchetto con spillatrice dedicata:

SE BEVEMO FORA ‘A BARACCA” (tradotto dal Veneto Stretto: “Ci Beviamo la Baracca Intera…”: Bassa Fermentazione da 4,8° che fonde l’anima della Brusca (Keller Pils del Birrone) e della mia Babél, lievito e malti da bassa e luppoli da A.P.A. Ci sarà da ridere…

EVVIVA IL VILLAGGIO


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :