Negli 8 punti di Bersani, 0 alla famiglia

Creato il 07 marzo 2013 da Giulianoguzzo @GiulianoGuzzo

Credevo che il centrosinistra volesse portarci fuori dalla crisi. Peccato che negli Otto punti per un governo di cambiamento proposti da Bersani, prima ancora della ricerca e dell’istruzione, ho trovato norme sulle «unioni civili di coppie omosessuali», e non un accenno, invece, alla prima azienda del Paese, la famiglia fondata sul matrimonio, quella su cui investire dal momento che uomini e donne sposati sono maggiormente al riparo, rispetto agli altri, dalla povertà (Cfr. «Economic Review», 2004; 94:317–321; «Social Problems», 2003; 50:60–86), senza dimenticare che contribuisce a prevenire forme di devianza sociale come tossicodipendenza (Cfr. «Journal of Drug Issues», 2012; 42(4)) e crimine (Cfr. «Criminology», 2006; 44: 465-508). Ovviamente non un accenno, nel programma bersaniano, neppure alla natalità, il più grande guaio del Paese, quello che preoccupa più economisti del calibro di Tyler Cowen, per il quale «se l’Italia facesse più figli, le sue prospettive economiche sarebbero migliori. Invece un Paese con una popolazione in declino alla fine non potrà ripagare i suoi debiti» («Corriere della Sera», 8/5/2012, p. 31). Il solito centrosinistra, insomma. E dire che, per un attimo, ho creduto volesse davvero portarci fuori dalla crisi.



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