Negli anni - capitolo 26 - Intanto Radio Veregra

Creato il 13 settembre 2010 da Laperonza

Ci spostammo al piano di sopra nel 1985. Fu un lavoro duro e faticoso ma ne valse la pena perché di sopra, a parte i soffitti piuttosto bassi, l’ambiente era un’altra cosa. Se non altro c’erano le finestre. Avevamo due studi separati per la regia e la trasmissione divisi da un vetro il che faceva tanto tanto professionale. I soci proprietari della radio avevano anche fatto incetta di strumentazione da un’altra emittente che aveva chiuso i battenti, per cui ci ritrovammo in studio un mixer gigantesco e fantastico, con tanti effetti e automatismi che prima ce li sognavamo. I piatti Lenco furono sostituiti da due Tecnics al quarzo, e lì ci perdemmo, molto meglio i vecchi Lenco a cinghia. Piastre e revox nuovi e uno splendido microfono Senaizer che faceva una voce chiara e limpida che neanche Gianni Riso.

   Ora l’ingresso era lungo le scalette sotto l’arco di piazza e non più in via Enzo Bassi. Dopo le prime capocciate capimmo subito che bisognava entrare chini. Appena entrati c’era un accogliente salottino con la scrivania e la bacheca annunci e comunicazioni. Di sotto rimasero lo studio di registrazione – esattamente dov’era, il bagno e una saletta per le riunioni dove una volta c’era lo studio di trasmissione.

   La programmazione cresceva e c’era molta più gente a trasmettere. Nuove leve come Claudio Torresi, Loredano Pulcì Zengarini, il trio Cristiano Paccapelo, Marco Tiranti e Gianluca Corsetti, Tiziano Zengarini. Rossano Pavoni. I programmi prendevano sempre più un taglio “professionale” o, almeno, miglioravano qualitativamente. La vecchia guardia, Massimo Strappa, Massimo Grasselli, Gino Cintioli, Franco Viozzi, Valentino Polimanti e “lo patrò” MM Marcello Marzetti costituivano l’ossatura. Le nuove leve ci facevano guardare al futuro con ottimismo. Claudio conduceva un quotidiano di musica a richiesta che faceva arroventare i telefoni, Tiziano prendeva giorno dopo giorno una tale professionalità che pareva quasi sprecato con noi, il trio proponeva un programma talmente all’avanguardia in termini di humor che, genialmente, lo soppressero. Rossano faceva un bel programma di cinema e musica. Il mio Hot Dog andava alla grande ed era ormai un’istituzione come il Super 80 di Zago e il Made in Italy di Gino e Casepe. Marcello faceva il pre-notturno e qualche volta ne facevo alcuni anche io. Poi c’erano gli appuntamenti classici: il dedicone di Natale: tutto il giorno di Natale in diretta con tutti i conduttori a turno davanti al microfono. Il mio turno fisso per anni fu l’ultimo, quello dalle 21 alle 24, insieme a Giovanni Leonardi. Con Franco Viozzi, invece, facevamo il “Disco dell’anno”, un quizzone di una puntata soltanto, in genere la prima domenica dopo capodanno, dalle otto alle tredici. Domande piuttosto idiote per avere il diritto di votare e estrazione finale di premi insulsi tramite collegamento via ponte radio con un’emittente lontana, spesso era una di Pavia. Ricordo un anno che vinse la Lambada e ricevemmo un migliaio di telefonate. Roba da chiodi. Leggenda. Capitò anche che venissero a suonare alla Sala Francescani tre mostri sacri del jazz: Franco Cerri, l’uomo in ammollo di Bio Presto ma anche splendido chitarrista, Enrico Intra, mago del piano e il magnifico contrabbassista Marco Vaggi. Andammo ad intervistarli io e Giovanni e fu un’esperienza unica. Solo mi faceva specie vedere Cerri asciutto. Pagherei per avere ancora una copia di quell’intervista. Sempre con Giovanni facemmo uno special sui Beatles a Natale che durò tre puntate: la prima fino al 1965, la seconda fino al ’70 e poi la terza sulle carriere soliste. Fu un lavoro meticoloso di raccolta testi e interviste ma fu premiato da grandi ascolti e tanti complimenti di ascoltatori entusiasti. C’erano i veglioni di carnevale, di solito al palazzetto ma un anno fu fatto al teatro La Perla, per l’occasione sgombro di sedie. Era un mondo diverso, pensare oggi di fare tutto questo per puro volontariato, senza che nessuno prendesse una lira o addirittura con gente che ci investiva di tasca propria senza ricavarne nulla è quasi impossibile. Eppure lo si faceva, Si mandavano in diretta le partite del Montegranaro Calcio e delle Sutor ogni domenica. Si mandavano in diretta i consigli comunali. Avevamo anche il nostro giornalista iscritto all’albo: Eugenio Ercoli. Insomma, un’organizzazione piuttosto precisa e tutto a titolo gratuito, tutto per divertirsi e fare qualcosa per Montegranaro. Sembra che quello spirito si sia perso. Oggi, almeno la radio così fatta, è soltanto un ricordo.


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