Nel 1859 scoppia la seconda guerra d'indipendenza ed è un anno difficile per l'Austria, l'Italia ha affilato le sue armi in silenzio. Ora, dopo anni di sofferenze e di morti per la libertà, affronta il suo nemico, con l'appoggio di un grande vicino, la Francia. Poiché i patti hanno stabilito che Napoleone III interverrà soltanto se l'Italia sarà attaccata, gli Italiani provocano il nemico in tutti i modi e Francesco Giuseppe, non prevedendo il tranello, invia un ultimatum a Vittorio Emanuele II, re del Piemonte, che naturalmente lo respinge. E' fatta, ed inizia quella che sarà una guerra cruenta, come purtroppo lo sono tutte le guerre.
Elisabetta accompagnò il marito sino a Mürzzuschlag e al momento del commiato si appellò al conte Grünne, generale austriaco:
«Lei manterrà certamente ciò che ha promesso e starà molto attento all'imperatore; la mia unica consolazione in questi tempi terribili è che lei lo farà sempre e in ogni circostanza. Se non ne fossi convinta, morirei per l'angoscia».Francesco Giuseppe, nonostante il momento drammatico, non tralascia di scrivere alla sua adorata Sissi, che nonostante il periodo di forte
depressione si prodiga per i feriti in patria ( esattamente come si disinteressa di ogni impegno sociale da Imperatrice) organizzando un ospedale militare nel castello di Laxenburg, poiché i normali ospedali non avevano posti a sufficienza. L'Austria perde la
Lombardia ma conserva il Veneto, l'armistizio di Villafranca ha fermato un conflitto che prometteva bene per l'Italia ed ha interrotto il sogno degli insorti. Per Elisabetta inizia un periodo infelice. E' inquieta, fa drastiche cure dimagranti, si sottopone ad una ginnastica estenuante ed a sfiancanti cavalcate. Insieme alla crisi politica del 1859-60, si sviluppò anche una crisi privata della coppia imperiale, dovuta ai soliti contrasti con l'arciduchessa Sofia e al dilagare, per la prima volta in sei anni di matrimonio, di notizie riguardanti le infedeltà di Francesco Giuseppe, che rappresentava per lei l'unico legame con una corte che non amava, legame ora che pareva vacillare.
In aggiunta alla delicata situazione, nel maggio 1860 giunse anche la notizia dell'imminente crollo del Regno di Napoli, assediato dai garibaldini. Sebbene Francesco Giuseppe e l'arciduchessa Sofia fossero favorevoli ad aiutare i Borboni, le condizioni economiche dell'Austria non lo permettevano; la preoccupazione per l'amata sorella Maria Sofia ebbe su Elisabetta un'influenza negativa, inficiando anche i suoi rapporti col marito. A luglio Elisabetta prese con sé Gisella, lasciò improvvisamente la corte di
Vienna e si diresse a Possenhofen. Tuttavia, per evitare uno scandalo, dovette tornare a Vienna per il compleanno del marito, il 18 agosto.Nell'ottobre del 1860 la salute dell'imperatrice subì un tracollo, dovuto a numerose crisi nervose e cure dimagranti. Il dottor Skoda, specialista in malattie polmonari, consigliò una cura presso un paese dal clima caldo: a suo parere la sovrana non sarebbe riuscita a superare l'inverno a Vienna.Fu consigliata
Madeira, forse su volere della stessa Elisabetta: l'arcipelago portoghese, infatti, non era un luogo rinomato per la cura di malattie polmonari, come lo era ad esempio Merano. Molto probabilmente l'imperatrice scelse un luogo così lontano per evitare troppi contatti con Vienna e l'imperatore. La diagnosi è
tubercolosi. La corte viennese si indignò per la partenza della sovrana tanto quanto nel resto del mondo ci fu una generale preoccupazione per l'imperatrice "in fin di vita" (la regina Vittoria mise a disposizione per Elisabetta il suo panfilo privato Victoria and Albert). Con tutta probabilità i disturbi fisici di Elisabetta erano dovuti a un disturbo psichico: la storica Brigitte Hamann ipotizza che l'imperatrice d'Austria soffrisse di una forma di anoressia nervosa, la quale comporta irrequietezza, rifiuto del cibo e del sesso. Ciò potrebbe anche spiegare
il fatto che Elisabetta sembrava riprendersi subito non appena si allontanava da Vienna e dall'imperatore.
Elisabetta fa ritorno in patria ma purtroppo la tregua è breve, e non appena tornata ricade in malattia e in un profondo stato di depressione. Questa volta parte alla volta di
Corfù, dove la assisterà la sorella Néné, chiamata per desiderio di Francesco Giuseppe, che è sempre più angosciato per la salute della moglie. Ad Agosto del 1862, dopo due anni di assenza, Elisabetta torna a Vienna, ma la coppia decide di stabilirsi a Schonbrunn, dove lei si sentirà più libera. Ora riprende a cavalcare, a passeggiare, e sente il marito più premuroso e vicino. Il
10 marzo 1864 muore il re Massimiliano di Baviera e sale al trono suo figlio Luigi, all'età di diciannove anni.F. Giuseppe, preoccupato della politica sempre più nazionalista della Prussia, ad opera del Bismarck, ha bisogno dell'appoggio della vicina Baviera, ma teme l'inesperienza del giovane principe. Per suggerimento del marito, Elisabetta cerca di stabilire dei contatti con questo lontano cugino, di cui si ricorda appena e che era piccolo, quando lei ha lasciato
Monaco. Gli incontri avvengono a Bad Kissingen, dove tutti i principi europei vanno curare i loro malesseri d'estate. Luigi II è affascinante, raffinato, è alto un metro e novanta ed ha un corpo che sembra scolpito. Farebbe la felicità di molte donne ma egli preferisce gli uomini e la sua omosessualità va via via manifestandosi, prima con pudore poi in maniera più aperta, senza complessi. Il rapporto tra i due cugini si intensifica, sono ambedue sulla stessa lunghezza d'onda, narcisisti, distaccati dalla massa delle persone banali, delicati nell'animo, amano la poesia e la musica. Lui, oltre alla musica si invaghisce di un musicista, Wagner, di cui diventa il mecenate; lo vizia, lo finanzia, gli mette a disposizione una villa sontuosa. Wagner dal canto suo preferisce Cosima Liszt, figlia del celebre compositore. Questo strano ménage crea scandalo e pettegolezzi tra i perbenisti di Monaco. Invano Elisabetta cerca di mettere in guardia Luigi, perché lui è estroso, bizzarro, noncurante della sua diversità e i suoi atteggiamenti sono il preludio della sua futura pazzia, una tara di famiglia.Intanto il cognato Massimiliano e la moglie Carlotta sono partiti per il Messico, dove li spinge l'ambizione di possedere un impero e alla cui decisione l'arciduca è giunto dopo varie titubanze. Anche F. Giuseppe e sua madre sono scettici su questo progetto, ideato da Napoleone III, mosso in fondo solo dai suoi interessi in quel paese straniero. Questo folle passo costerà ai due giovani coniugi un prezzo altissimo, infatti Massimiliano non tornerà.
Franz
Nel 1866, l'Austria affronta la tigre prussiana in un'altra guerra. Tutto ciò che Elisabetta ha fatto per l'Ungheria le viene ampiamente ripagato, il popolo la adora e i rapporti diplomatici sono diventati buoni, anche da quando il conte
Giula Andrassy, fa da tramite tra lei e il paese. Andrassy è bello, ricco, ha vissuto per molto tempo all'estero, perché perseguitato politico e condannato all'impiccagione per i suoi precedenti rivoluzionari. Ora che è stata concessa l'amnistia, può godersi la sua patria, senza nascondersi, ma soprattutto può frequentare l'imperatrice, per ragioni politiche certo, ma, al di là di ogni ragione politica, egli vede in Elisabetta la donna, di cui sicuramente è innamorato devoto.L'
8 giugno 1867 è una data memorabile, F. Giuseppe ed Elisabetta vengono incoronati
sovrani d'Ungheria. Alle quattro del mattino un rimbombo di cannoni ha annunciato alla gente di Buda l'evento straordinario. La cerimonia si svolge sfarzosa e solenne nella cattedrale Mathias, ove risuonano le note della Messa dell'incoronazione di Liszt; sarà G. Andrassy ad incoronare il suo re e la "sua" regina. L'Impero, così rinnovato su base dualistica, assume la denominazione di Impero austro - ungarico e viene ripartito in due zone. Il 1867 che è iniziato serenamente per i due reali d'Austria, si addensa di nubi verso la metà del suo corso: Massimiliano muore a Querétaro il
19 giugno, undici giorni dopo l'incoronazione del fratello.
Gisella e Maria Valeria
Verso la metà del 1867 Elisabetta scopre di aspettare un altro bambino, ora è più sicura di sé, più forte. Non permetterà a nessuno di manipolarle anche questo figlio, come è successo per Gisella e Rodolfo, è anche maggiormente matura e consapevole nell'affrontare la nuova gravidanza. Sta attenta a non commettere imprudenze, non cavalca come faceva un volta e non si sforza agli attrezzi ginnici, ha deciso che partorirà in Ungheria. Il parto, infatti, avviene a Buda - Pest il
22 aprile 1868: è una bimba a cui viene dato il nome di
Maria Valeria. Cosciente della dura educazione imposta agli altri figli, memore della sorte crudele che le ha strappato Sofia, Elisabetta moltiplica le premure nei confronti dell'ultima nata, quasi ossessivamente, che diventerà la sua prediletta. Anche questa volta una femmina non ha creato entusiasmo, soprattutto tra gli Ungheresi che volevano un erede, per farne il loro re.Il ménage familiare tra Sissi e Franz sembra aver trovato un equilibrio, finalmente si accettano per quel che sono e conoscono le loro differenze, che sanno di non poter cambiare. La passione ha ceduto il passo ad un amore solido, intriso di fiducia ed affetto reciproco.
Alla prossima parte,
Con affetto,
Irene