Nel 2013 sono 146 i milioni di euro confiscati alla Camorra

Creato il 06 febbraio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Ammonta a oltre 146 milioni di euro il valore complessivo dei beni confiscati ai clan di camorra dalla direzione investigativa antimafia di Napoli, guidata da Giuseppe Linares, insieme alla sezione operativa di Salerno.

Uno scatto fotografico di Luciano Ferrara a Scampia (ventonuovo.eu)

I beni sequestrati raggiungono un valore superiore a 53 milioni di euro. I risultati sono frutto di un’intensificazione delle indagini sul fronte economico-finanziario sulla criminalità organizzata campana che hanno portato all’applicazione di misure di prevenzione personale patrimoniale da parte delle sezioni dedicate dei tribunali. Nel corso dell’anno, arrestate 19 persone con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Arresto eccellente, quello di Danilo Restivo per l’omicidio Elisa Claps.

Sul fronte delle attività di controllo sugli appalti il centro operativo di Napoli, sempre insieme alla sezione di Salerno, ha sottoposto a monitoraggio 1046 società tra Campania, Abruzzo e Molise. Tra gli accessi ai cantieri, ci sono anche quelli nell’area archeologica di Pompei per controlli legati ai restauri di alcune domus avviati nell’ambito del grande progetto Pompei, finanziato con 105 milioni di euro dall’Unione Europea.

La Direzione investigativa antimafia di Napoli, in esecuzione di diversi decreti emessi dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha sequestrato beni a tre esponenti di spicco del clan dei Casalesi, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Un primo provvedimento di sequestro riguarda Vincenzo Abbate, 60 anni, legato al gruppo del boss Michele Zagaria, imprenditore nel settore calcestruzzo, destinatario di una misura cautelare nel 2006; a lui sono state sequestrate tre società nel Casertano, tra cui una immobiliare e una di autotrasporti. A Giuseppe Granata, 50 anni, anch’egli nel gruppo di Zagaria, sequestrato un immobile a Teverola. Sigilli ad un immobile anche per Pasquale Fontana, 52 anni, cugino di primo grado del boss Zagaria, che si è sempre occupato di investire il denaro delle attività illecite al nord Italia per acquistare immobili anche attraverso imprenditori che facessero da prestanome.


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