Quante persone sarà in grado di sostenere il pianeta? Crollerà la fede nella crescita infinita? Il cambiamento climatico galoppante prenderà sempre più piede? Dove migliorerà la qualità della vita e dove, invece, aumenterà il declino?
Lo studioso afferma che: "Nei prossimi 40 anni mentre il processo di adattamento dell’umanità ai limiti del pianeta è già iniziato, la risposta umana potrebbe essere troppo lenta per fermare il declino. Le attuali economie globali dominanti, in particolare gli Stati Uniti, ristagneranno, mentre quelle di Brasile, Russia, India, Sud Africa e delle dieci principali economie emergenti progrediranno” mentre il numero dei poveri nel 2052 potrebbe essere di 3 miliardi. La Cina rappresenterà un esempio di successo grazie alla sua capacità di agire".
Purtroppo per noi lo scenario si prospetta negativo poichè secondo Randers è improbabile che i governi approvino le leggi necessarie per costringere i mercati a destinare più fondi in soluzioni rispettose del clima e non si deve credere che i mercati lavorino per il bene del genere umano.
Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia che ha curato l’edizione italiana del volume, ha affermato che: "Il rapporto ‘2052’ dimostra come sia impossibile cambiare rotta se non viene impostata una nuova economia che metta al centro il capitale naturale, senza il quale non può esservi benessere e sviluppo economico per alcuna società umana".