Nel blu dipinto di blu

Creato il 05 giugno 2013 da Lanterna


Il giorno dopo, ci siamo svegliati con la camera inondata di luce, con la promessa (mantenuta) di una giornata di sole.
Dopo un'abbondante colazione, ci siamo rimesse al lavoro: abbiamo sciacquato i campioni del giorno prima e abbiamo preparato i bagni per i pigmenti blu: l'indaco e il guado.
Fin dai primi tempi in cui mi sono accostata alla tintura in modo più costante, sento parlare della tintura al tino. In rete si trovano informazioni frammentarie su questa tecnica. La maggior parte di esse contiene formule chimiche, magari non complesse, ma che fanno apparire la cosa molto più complicata di quello che è.
Il procedimento è lo stesso per i due pigmenti, e coinvolge 4 ingredienti: acqua, pigmento, sodio carbonato anidro e diossido di thiourea.
Il bagno che se ne ottiene ha più o meno questo aspetto:

Meno male che su Internet non si possono sentire gli odori, altrimenti poveri voi. Va da sé che farò questo genere di esperimenti solo quando avrò il fornello nel gazebo.
Il processo di tintura è uno di quegli esperimenti che farei in continuazione se fossi un docente di chimica: è bellissimo sentire l'"ooooh" di meraviglia ogni volta che il colore verdino del bagno vira velocemente al blu grazie al contatto con l'aria (e quindi con l'ossigeno).

Il colore è più intenso per il bagno di indaco, mentre il bagno di guado produce un colore più polveroso (anche se altrettanto complesso e profondo).
Perché questo è il bello delle tinture naturali: qualsiasi colore tu scelga, non otterrai mai una tinta piatta. Anzi, il fascino principale della tintura a mano è proprio la straordinaria ricchezza dei colori, unita alla meraviglia tattile delle fibre naturali.

Dopo questa esperienza, difficilmente comprerò filati con una percentuale anche minima di filati sintetici: per una differenza di prezzo tutto sommato trascurabile, le fibre naturali sono incomparabilmente più piacevoli.
So benissimo che nei negozi un gomitolo può costare cifre esorbitanti, ma credo che con un po' di competenza e accortezza si possa evitare di spendere eccessivamente per qualcosa che non lo merita.

Dimenticavo: a differenza dei pigmenti naturali per la pittura, le tinture per il tessile possono essere combinate attraverso la tecnica della sovratintura.
Per ottenere il verde, per esempio, abbiamo immerso nei bagni blu alcuni campioni precedentemente colorati di giallo con cipolla e curcuma. Il risultato è stato un verde tendente al blu per il bagno indaco, mentre il bagno di guado ha colorato di un verde erba brillante.
Risultati ancora più interessanti sono stati ricavati dalla sovratintura in indaco di una matassa che era stata precedentemente tinta da un capo in giallo e dall'altro capo in rosso.
In buona sostanza: la tintura a mano permette di pensare i propri capi da cima a fondo, senza doversi adattare per forza alle offerte del mercato.
Poi per carità, ci saranno sicuramente lane che mi attireranno al di fuori di questo percorso, non intendo diventare una talebana dell'ecotintura.
Però ora posso applicare ai colori lo stesso ragionamento che applico ai modelli e ai materiali: se devo spendere soldi e tempo e impegno in qualcosa, di certo non li spenderò in un modello/materiale/colore che potrei agevolmente trovare al mercato per pochi euro.


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