nel frattempo

Creato il 30 maggio 2014 da Gaia

Ringrazio tutti per la comprensione riguardo al mio non-aggiornamento del blog, che permane nonostante l’aggiornamento di oggi. Ho pensato di condividere alcune delle cose che sto facendo invece di scrivere qui, che magari possono essere di interesse e farmi sentire meno in colpa.

Una è il Comitato TPL FVG, creato da una ragazza di Fagagna, residente a Udine, inizialmente per protestare contro i tagli al servizio di trasporto pubblico locale. Abbiamo già incontrato istituzioni, esercenti, sindacati, l’assessore Santoro e utenti vari. Ci stiamo dando molto da fare, anche se il blog non è aggiornato frequentemente (siamo alle solite: è impegnativo). È chiaro che bisogna assolutamente migliorare e potenziare il servizio: la gente lo chiede. La cosa interessante è anche come lo chiede: alla friulana, lamentandosi e non facendo nulla. Abbiamo lanciato un sondaggio che ha avuto oltre seicento risposte principalmente dalla provincia di Udine, in gran parte da studenti universitari, quelli che per età e disponibilità si immaginerebbe più propensi all’azione. Lo spazio dei commenti liberi è stato subissato di lamentele, suggerimenti, proteste, rabbia. Alla domanda: “siete disponibili ad aiutare il comitato”, solo uno su dieci ha risposto di sì. Idem alla domanda: “siete disponibili a manifestare per il trasporto pubblico”. Inoltre anche i pochi che si sono detti disponibili finora non si sono visti. Poi ci si lamenta se le cose non funzionano, se i politici sono corrotti o incapaci, se il servizio non è buono. Friulani: sveglia*!

[*antipatico lo so, ma è così in ogni campo e dopo anni di esperienza posso dirlo]

L’altra cosa in cui vorrei impegnarmi è dare una mano a un giovane artista inglese con il suo progetto The New Wild, un documentario sull’inselvatichimento di alcune zone della montagna friulana, legato al parziale spopolamento, e sul ritorno di alcune persone a vivere in questi posti. L’intenzione è affrontare il tema da più angolature ed estendere il discorso anche ad altri esempi europei.

In entrambi i casi, grazie ai giornali locali ho appreso delle iniziative di qualche giovane intraprendente (Elena per il Comitato, Christopher per il documentario) e mi sono precipitata a contattarli: “sono anni che mi preparo per questo momento, per piacere posso aiutarti?” Mi sono accorta che personalmente sono negata per le cose che loro invece hanno saputo fare: la promozione, il farsi conoscere, il bussare a ogni porta. Io ho questo atteggiamento, che razionalmente ho capito essere sbagliato ma che non riesco a sradicare, secondo cui basterebbe che la gente fosse più attenta e curiosa, anche nel proprio interesse di risolvere i problemi o di imparare e conoscere, e non ci sarebbe mai bisogno di promozione, che richiede tempo e lavoro che si potrebbero impiegare più utilmente. Con più attenzione a quello che ci circonda e passaparola, nonché indipendenza di giudizio, la qualità circolerebbe da sola. Quindi io mi comporto secondo il mio modello ideale e non la realtà, anche perché i modelli ideali un po’ esistono già nel mondo reale. Non è una strategia tanto furba, questo l’ho imparato. Però questo blog è stato la parziale dimostrazione che alle volte basta esistere fisicamente e qualcuno ti incontrerà e si fermerà, che non bisogna sempre inseguire le persone e stanarle per avere la loro attenzione, che non è sempre necessario che qualche autorità (universitaria, mediatica) ti dia il permesso di essere utile e dire la tua, che si possono fare delle cose anche senza fama e senza soldi e senza l’autorizzazione.

Sono contenta di aver trovato progetti in cui mettere a disposizione le cose che so e, anche se non so fio a che punto, una certa personale tendenza alla meticolosità; sono contenta che ci sia gente più brava di me a prendere iniziative e contatti e raccogliere fondi.

Poi ovviamente continuo a scrivere il romanzo, che è un lavoro immenso.


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