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NEL GRANDE SHOW DELLA DEMOCRAZIA di Marco Bosonetto

Creato il 24 febbraio 2011 da Paolo Franchini

NEL GRANDE SHOW DELLA DEMOCRAZIA di Marco BosonettoQuando mi sono trovato a incontrarlo davvero, il popolo, a starci dentro come un pezzettino di popolo uguale agli altri, in strada, sugli autobus, negli ospedali, nelle file agli uffici pubblici, al mercato, sulle spiagge, nei bar affollati, nei negozi il sabato pomeriggio, a starci dentro senza la protezione di mia madre o di uno stipendio superiore alla media, mi sono accorto che era ben diverso da come me l’ero immaginato fantasticando di diventarne un eroico tribuno. Il popolo era brutto, cialtrone, prepotente, vigliacco, bugiardo, viscido, grasso, avido, falso, razzista, egoista fino al midollo, ladro, servile e terrorizzante. Il popolo era uno schifo.

L’Italia di domani la governa chi prende più televoti.

Marco Dell’Elmo è stato il primo presidente del consiglio scelto direttamente da casa, col televoto. Uno scandalo (omo)sessuale gli ha fatto perdere la poltrona. Ma a Valter Mandilan, l’imitatore televisivo che è stato eletto al suo posto, questo non basta: il nuovo premier non tollera di essere ancora considerato la copia di Dell’Elmo e così ne ordina la morte.

A intralciare i piani omicidi di Mandilan sarà un circo di personaggi imprevedibili: Candido Neve, che di mestiere si camuffa da Professor Woland e inganna i satanisti per raccogliere le loro offerte; Davide Sanna, un buttafuori che scrive racconti di fantascienza; Livio Ardenti, ex agente della Campagna per lo Sradicamento dell’Adolescenza Prolungata che ha fatto carriera nei Servizi segreti; la maestra Primula Se, alle prese con due genitori più immaturi dei suoi scolari; la fruttivendola Giada Osmi, che ama travestirsi da gatto gigante, e altri ancora.

Nel grande show della democrazia sembra una storia buffa e stralunata ambientata in un futuro in cui si vola con l’eliscooter e si telefona col videoguanto. Ma a ben vedere, forse, è solo il ritratto dell’Italia videocratica, che Marco Bosonetto ci racconta allo stesso tempo con amore, ironia e strazio.

Marco Bosonetto (Cuneo, 1970) ha scritto i romanzi Il sottolineatore solitario (Einaudi, 1998), Nonno Rosenstein nega tutto (Baldini Castoldi Dalai, 2000) e Requiem per un’adolescenza prolungata (Meridiano Zero, 2008). Suo anche Morte di un diciottenne perplesso (Baldini Castoldi Dalai, 2003), da cui il regista Alessandro Aronadio ha tratto Due vite per caso, unico film italiano in concorso al Festival del cinema di Berlino 2010. Per il teatro ha scritto il pluripremiato Mucche ballerine (2006).


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