Nel laboratorio del genio

Creato il 19 ottobre 2013 da Timoretremore

Archimede ha un linguaggio assolutamente trasparente e in quello che scrive non si sente arroganza o disprezzo per gli altri scienziati o uomini di cultura. Colpisce la sua disponibilità a riconoscere i meriti di quanti sono impegnati e lavorano nel suo stesso campo. Basti pensare all’importanza che Archimede attribuisce al lavoro di Eudosso o a quello che dice di Conone (“sarebbe stato bene che queste proposizioni fossero state rese note quando Conone era ancora in vita: egli le avrebbe comprese pienamente e di esse avrebbe potuto dare un giudizio esatto”).
Colpisce il tono a volte ironico, che contrasta con il rigore delle definizioni e delle argomentazioni, e soprattutto impressiona il suo sguardo verso il futuro e la certezza, matematica ovviamente, che certuni (nel presente o nel futuro) potranno scoprire, grazie al metodo, altri e nuovi risultati.

Archimede, Metodo, Nel laboratorio del genio, traduzione di Fabio Acerbi, incipit, Bollati Boringhieri, 2013.