Nel Salento la fertilità deriva da una pietra

Creato il 30 marzo 2014 da Makinsud

A Calimera, piccolo paese dell’entroterra salentino, è possibile visitare una chiesetta rupestre all’interno della quale si svolgono ancora oggi riti di propiziazione. Nella chiesetta dedicata a San Vito protettore degli animali si erge una pietra monolitica alla quale è legato un rito propiziatorio pagano, essa infatti è conosciuta con il nome diIl grosso blocco roccioso con altezza di circa un metro emerge direttamente dal pavimento e si caratterizza per un foro scavato all interno attraverso il quale bisognerebbe passare per poter godere dei benefici;  nonostante esso sia largo poco più di 30 cm la legenda narra che questo foro si allarghi a seconda della stazza delle persone che lo attraversano al fine di garantire a tutti di compiere il rituale che suggella il legame tra l’Uomo e la Terra.

Il monolite appartiene ad epoca precristiana dunque ad esso erano legati riti pagani della propiziazione a detta degli esperti esso sarebbe un vero e proprio richiamo all’organo sessuale femminile con lo scopo di ricreare il momento della nascita con l’espulsione del feto dall’utero. Secoli dopo con l’avvento del Cristianesimo il culto è rimasto pressocchè uguale: il passaggio attraverso il monolite ha assunto valenza di “purificazione” che rispecchia in pieno la metafora della “Resurrezione Pasquale” e non a caso questo rito avviene nel giorno del Lunedì dell’Angelo (Lunedi di Pasquetta).

Il monolite, conosciuto anche con il nome di Sacra Roccia di San Vito è dunque meta di pellegrinaggi un solo giorno all’anno e le persone giungono sul posto speranzose di trarre benefici spirituali. Una vecchia legenda vuole che la pietra un tempo fosse situata nel centro del paese e che gli abitanti di un paese vicino cecarono nottetempo di rubarla caricandola su un carretto trainato da buoi. I maleintenzionati però non riuscirono nell’impresa perché la pietra grazie ai suoi poteri magici divenne talmente pesante da essere poi abbandonata nel bosco della stessa Calimera in quello stesso punto poi venne edificata la chiesa della quale si ha testimonianza a partire dal marzo 1468.

Assieme ai riti delle fecondità oggi l’usanza viene accompagnata da danze popolari tipiche della Grecìa Salentina scandite al ritmo dei tamburelli, da antichissimi canti in griko il tutto accompagnato da cibi e bevande della tradizione salentina.

Nel 2014 saranno in molti ad essere scettici riguardo ai riti propiziatori che assumono quasi carattere magico, eppure essi meritano di essere ricordati e commemorati perché l’uomo moderno non è altro che il frutto di riti e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi.

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