Come Biden, cinque giorni prima, anche Barack Obama, nel secondo dibattito presidenziale ha fatto quel che doveva.
Dopo un primo match con Mitt Romney in cui era apparso catatonico, rinunciatario e molto lontano dall’Obama combattivo ed empatico che tutti conosciamo, nell’incontro con il suo oppositore repubblicano alla Hofstra University di Long Island, il presidente è riuscito a recuperare credibilità e smalto.
Non che abbia brillato eccessivamente, tuttavia è apparso molto tonico e pronto a rispondere per le rime alle provocazioni e alle critiche di Romney.
Il formato di questo secondo dibattito è quello del “town hall meeting”, nel senso che i due contendenti hanno dovuto rispondere alle domande di un campione di circa 80 elettori che, seduti intorno a loro, ponevano loro direttamente i quesiti.
Il confronto è stato moderato dalla giornalista della Cnn Cindy Crowley.
Romney è sembrato meno in palla rispetto a due settimane fa. Sebbene fosse reduce da altri contesti simili, avvenuti più volte nel corso delle primarie del suo partito, non sembra essere a suo agio con tale formula di dibattito.
Obama invece è riuscito a trovare le parole giuste e soprattutto il tono adatto al match.
Anche il suo linguaggio corporeo ha dato una migliore impressione rispetto a quella fornita dal suo avversario.
Lo ha sempre guardato negli occhi mentre parlava e i suoi gesti sono sembrati misurati ma anche appassionati e disposti a difendere con forza le sue opinioni e soprattutto quanto realizzato nel corso degli ultimi quattro anni.
A differenza di quanto accaduto a Denver, Obama ha avuto buon gioco nel dipingere Romney come un benestante che ha a cuore solo gli interessi dei ricchi come lui e che, una volta alla Casa Bianca, non potrebbe fare altro che adottare politiche a favore del suo affluente elettorato.
In particolare riducendo loro le tasse e tagliando le risorse del welfare state per i meno abbienti.
Ad esempio quando ha sostenuto che l’ex governatore del Massachussets non ha un programma elettorale in cinque punti, egli ha una sola proposta, abbassare le tasse per i più ricchi.
Oppure ancora, quando alla domanda di Romney se avesse mai dato un’occhiata alla sua futura pensione, Obama ha risposto che non ha mai perso tempo a farlo perché sa che il suo ammontare non sarà mai tanto alto quanto quello della pensione di Romney, ex amministratore delegato di Bain Capital, una società finanziaria specializzata nello smembrare imprese decotte per poi rivenderle a prezzi ridotti.
In sostanza, il presidente è riuscito a reinserire Romney in quella narrazione politica che aveva funzionato così efficacemente nei mesi estivi e che era costato al candidato repubblicano un crollo nei sondaggi e nei consensi.
In un momento di crisi economica così grave, quale maggioranza di americani sarebbe disposta a votare per un uomo che è stato dipinto come un plutocrate, pronto a perseguire solo gli interessi dei plutocrati come lui, senza curarsi molto delle necessità della classe media?
Poi Romney ci ha messo del suo, quando ha compiuto una gaffe sessista, proprio quando, dopo il match di Denver, sembrava essere riuscito a risalire di molto nei consensi tra le elettrici donna.
Tutto è avvenuto quando il candidato repubblicano, nel tentativo di apparire come un capo in grado di apprezzare al meglio il contributo lavorativo e sociale delle donne, ha sostenuto che, quando era governatore del Massachussets, aveva a che fare con classificatori di curricula, pieni di figure femminili.
Una espressione che avrebbe voluto essere innocua e testimoniare il suo interesse per le lavoratrici, ma che invece ha attirato su Romney le critiche delle femministe e dei diritti delle donne.
Ad esempio Erica Jong ha espresso tutto il suo disappunto per il commento maschilista di Romney, bruciando così le sue timide aperture verso l’aborto, in precedenza sempre aborrito.
Il prossimo e ultimo dibattito si terrà lunedì 22 e avrà come principale argomento di confronto la politica estera, quindi, con il match di mercoledì, Obama ha avuto l’ultima occasione utile per sconfessare le più che probabili scelte di Romney a favore dei ricchi e contro le necessità della classe media.
Add a comment