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Nel tristemente famoso lager nazista di Wietzendorf

Creato il 26 agosto 2011 da Nesti

 Nicola Di Roberto pittore

(Popoli [Italia] 27.6.1883- Wietzendorf [Germania] 4.9.1944)

Dall'estratto di morte abbiamo appresso il luogo esatto della morte del Nostro: é il tristemente famoso lager nazista di Wietzendorf. Un particolare curioso qui furono internati molti ufficiali artisti quali il pittore Ettore Ponzi, lo scrittore Giovannino Guareschi, il pittore Arnaldo Spagnoli, il pittore Marcello Tomadini, il pittore umorista Novello e l'attore Gianrico Tedeschi. Anche il filosofo Enzo Paci e l'ex segretario del P.C.I. Alessandro Natta dovettero subire l'allucinante esperienza del menzionato famigerato campo di concentramento.

Nell'anno 2008 l'amico Mario Cipriani, erede dell'indimenticabile parroco di Cerchio (provincia dell'Aquila) don Salvatore Relleva (1), mi comunicò che, nell'abitazione del sopramenzionato parroco ubicata a Cerchio e abitata attualmente dalla novantenne madre Maria, erano conservati tre dipinti. Immediatamente sono andato a vederli, tanta era la curiosità.

Nel tristemente famoso lager nazista di Wietzendorf

Il primo rappresenta un giovane parroco: don Salvatore Relleva e reca, a destra, la firma dell'autore e la data scritta con colore rosso: "Ni(cola) Di Roberto 1931" e nel cartone posto nel retro del dipinto, usato come fondo per incorniciare l' opera, vi è la seguente scrittura a matita: " Nicola di Roberto/da Popoli Abruzzi/Milano Novembre 1931 "(misura cm. 50×65); | il secondo raffigura un bel volto di "Cristo" recante la firma dell'Autore e la data posta a destra sempre con scrittura di color rosso: " Ni(cola) Di Roberto 1938" (misura cm. 60x 72,5 ) ed infine l'ultimo rappresenta " La Vergine" recante la firma dell' artista e la data, questa volta posta a sinistra, con scrittura però sempre, come gli altri due, di color rosso: " Ni(cola) Di Roberto 1938 "( misura cm. 60x 75).
 
Grazie al primo dipinto sono riuscito ad avere un sicuro punto di partenza per iniziare la nostra ricerca.

Subito mi sono rivolto all'ufficiale dello Stato Civile di Popoli (AQ) chiedendo se in quel comune esistessero notizie biografiche riguardanti il Nostro. Ad una iniziale difficoltà nel reperimento di notizie infatti, non avendo alcun dato a disposizione, tutt'altro che facile era la ricerca nel menzionato comune e quindi la mia ricerca si stava inesorabilmente arenandosi infatti anche sul sito internet non ero, così come adesso, riuscito a rinvenire alcuna notizia utile al mio discorso quando provvidenzialmente è arrivata, nello scorso mese di febbraio 2009, una missiva di un nipote (o forse pronipote) del Nostro il quale, scrivendo dagli Stati Uniti d'America, andava alla ricerca del proprio "zio grande, NICOLA DI ROBERTO" mettendo in risalto in un italiano astruso che lo zio" è stato sopportato(?) il 27 maggio 1883 nel comune di Popoli. Ha sposato Luisa Schein, che è stato sopportato(?) a Trieste, Italia. Sono stati sposati a Cerchio il 15 Settembre 1930.Nicola di Roberto è morto in Germania in 1944 WW II. Credo che abbia vissuto in Cerchio, dove è sposato( … )".Quindi, a questo punto, il gioco è diventato più semplice.

Immediatamente ho controllato presso l'Archivio Comunale di Cerchio l'atto di matrimonio del Nostro che, effettivamente, fu congiunto in matrimonio a Cerchio con Luigia Stein il 15 settembre 1930 dal parroco Don Salvatore Relleva: il quarantasettenne Nicola Di Roberto, nato a Napoli, rappresentante di Commercio e la quarantunenne, donna di casa, Luigia Stein, nata a Trieste. Alla data del loro matrimonio entrambi erano residenti in Milano: coronarono il loro sogno d'amore nel comune di Cerchio.

Sicuramente la scelta del nostro centro fu dovuta in quanto il parroco don Salvatore, nativo di Castel Vecchio Subequo, doveva essere molto probabilmente suo cugino infatti la madre di don Salvatore si chiamava Diletta PACE, ed era nata a Popoli il 10 Novembre 1859 da Domenico e da Cutarelli Celinda e la madre del Nostro pittore si chiamava, come chiaramente si evince dal suo atto di nascita, Margherita PACE: quindi quasi sicuramente erano sorelle o cugine.

Subito mi sono rivolto all 'ufficiale dello Stato Civile di Popoli per il relativo estratto di nascita dell'artista Nicola Di Roberto dove, nell'annotazione a margine, sono venuto alla conoscenza della data di morte, del luogo di morte:"( … ) morto in Wictendrof li 4 settembre 1944( … )", del comune dove è avvenuta la trascrizione dell' atto in parola: Milano e l'anno quando è stato redatto l'atto : 1949.Immediatamente, di conseguenza, ho richiesto all'ufficio dello Stato Civile del comune di Milano l'estratto di morte del Nostro dove ho appreso ulteriori notizie: il grado: "Tenente"; la comunicazione di morte inviata" dal Ministero della Difesa-Esercito Direzione Generale Leva Sottufficiali e Truppa- Ufficio Dispersi Stato civile ed Albo d'oro copia di traduzione ufficiale di atto di morte "; l'anno, il giorno, il mese e l'ora della trascrinzione: " L'anno millenovecentoquarantanove, addì tredici del mese di Aprile alle ore dieci "; la causa della morte: " sconosciuta"; il giorno della morte: c c quattro settembre millenovecentoquarantaquattro"; l'ora della morte: " alle ore diciannove e trentacinque"; il luogo della morte: " Wietzendorf " ed infine il luogo e data di sepoltura: " sconosciuto".Da come chiaramente si evince il reperimento dei dati biografici non è stato semplice.  Dall'estratto di morte abbiamo appresso il luogo esatto della morte del Nostro: é il tristemente famoso lager nazista di Wietzendorf. Un particolare curioso qui furono internati molti ufficiali artisti quali il pittore Ettore Ponzi, lo scrittore Giovannino Guareschi, il pittore Arnaldo Spagnoli, il pittore Marcello Tomadini, il pittore umorista Novello e l'attore Gianrico Tedeschi. Anche il filosofo Enzo Paci e l'ex segretario del P.c.I. Alessandro Natta dovettero subire l'allucinante esperienza del menzionato famigerato campo di concentramento.  Tutti hanno descritto e riprodotto i duri anni di prigionia subiti nel terrificante lager di Wietzendorf dove l'inclemente morte ha reciso la vita del Nostro del quale purtroppo ad oggi non sono riuscito ad avere altre notizie per descrivere meglio la sua personalità. Cercherò, per quanto mi sarà possibile di continuare a fare ulteriori ricerche affinché lo sconosciuto pittore Nicola Di Roberto sia strappato dalla nera coltre dell'oblìo e la sua vita sia portata alla conoscenza di quanti, come novelli Diogeni, vanno alla ricerca delle proprie radici storiche.  I dipinti rinvenuti a Cerchio sono il frutto di un pittore avvezzo a dipingere. Il Nostro possiede una buona tecnica.Il primo dipinto ritrae il giovane parroco don Salvatore Relleva ripreso in posizione frontale e a mezzo busto. A sinistra, dietro la testa del parroco, Di Roberto ha fissato sulla tela un piccolo crocifisso come segno indelebile dell' alta missione scelta da don Salvatore, scelta caratterizzata da grandi eventi , che suo malgrado fu attore , quali furono senza dubbio il catastrofico e terrificante terremoto del 13 gennaio 1915 dove nell'intero comprensorio marsicano morirono più di 30.000 persone ( nella sola città di Avezzano ne perirono oltre 10.000 e un sola casa rimase in piedi). A Cerchio 224 furono i morti e 1'80% delle case furono distrutte. In quel frangente don Salvatore fu fortunato infatti alle ore 7 e 43 minuti (2) di quella fatidica mattinata si trovava nella chiesa principale di Cerchio dove lì era convenuta la maggior parte delle donne del paese perché a loro, solamente a loro, era stata dedicata una speciale messa e lui, per sua fortuna, non stava officiando la messa bensì due padri Redentoristi: P. Antonio Mirabelli e P. Emlio Annessi i quali mentre: trovaronola morte insieme ad oltre 140 donne. Don Salvatore, in quei terrificanti secondi, si trovava a passare sotto un arco: quella fu la sua fortuna infatti fu circondato letteralmente dalle macerie ma ebbe salva la vita; la prima Guerra mondiale e, negli anni '30 dovette arginare una piccola infiltrazione, tra la popolazione cerchiese, di un gruppo di appartenenti ad un'organizzazione religiosa legata al culto evangelico.(4)

Nel secondo dipinto il Nostro ha fissato il bellissimo volto del Cristo ripreso frontalmente e a mezzo busto con lo sguardo rivolto verso l'Alto, verso il Padre quasi a chiedere protezione. Il Cristo che indossa una veste rossa è legato da una corda e porta sulla testa una corona di spine. In primo piano è posto una parte di un bastone simboleggiante la fustigazione che dovette subire prima di essere crocifisso.

L'ultimo dipinto ritrae la Vergine ripresa a mezzo busto con il corpo girato di lato verso sinistra e con lo sguardo rivolto verso l'Alto per chiedere, con estrema compostezza, misericordia per l'unico loro Figlio. Indossa una veste che copre anche la testa di color grigio azzurro.

Per ulteriori dettagli, foto ed immagini:
http://lucecolore.blogspot.com/2011/08/nicola-di-roberto-pittore.html
http://www.terremarsicane.it/node/6614


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